Villino Nasi, il Comune di Trapani non ci sta e chiede l’accesso agli atti

Nuovo capitolo sullo scontro tra il Comune di Trapani e il Libero Consorzio. Allo scadere del termine di presentazione delle istanze relative all’avviso pubblicato lo scorso 7 ottobre, è stata istituita – con determina del commissario straordinario Raimondo Cerami, la commissione per valutazione delle manifestazioni di interesse pervenute. Quattro le istanze presentate da parte di soggetti pubblici e privati fra cui quella trasmessa dal Comune di Trapani. “La proposta era priva di una concreta progettualità – ha spiegato il commissario straordinario – nessuna delle altre tre è risultata perfettamente coerente con il vincolo esistente sull’immobile storico di cui al D.D.G. n. 5373 del 12.11.2018”, cioè “non risultano corredate da sufficienti elementi volti a descrivere la fruizione pubblica del bene e la sostenibilità della gestione”. Le proposte private sono state presentate da S.E.I. – Servizi Espansione Impresa s.a.s, BBQ di Campagna Leonardo e C. s.n.c. e Wineat di Daniele Renda.

Ora, però, il Comune di Trapani non ci sta. “Oltre a confermare e ribadire l’interesse della Città di Trapani per il migliore e produttivo impiego culturale del Villino Nasi – scrive il sindaco Giacomo Tranchida – ad oggi abbandonato e, probabilmente nel tempo, dolosamente trascurato, defraudato e degradato di beni e oggetti di alto valore, ritengo carente e superficiale la valutazione della Commissione presieduta dal commissario Cerami e rendiamo noto di aver chiesto l’accesso agli atti”.

Il primo cittadino critica, nuovamente e aspramente, il lavoro del commissario della ex Provincia regionale di Trapani. “Di certo non consentiremo senza far valere, in ogni opportuna sede, le nostre ragioni ad alcuno, di “liquidare” il futuro di tale monumento che appartiene ai trapanesi, come fosse una pratica sulla quale basta mettere le carte a posto. Tale cultura burocratica sta portando alla liquidazione delle speranze socio-economiche e culturali del nostro territorio (vedasi vicenda fondi di ristoro ex conflitto libico, tanto per non andare lontano). Siamo convinti – conclude – che la nostra idea di valorizzazione turistico culturale museale troverà più competente e qualificata attenzione presso la Soprintendenza”.