CASTELVETRANO. La Tenenza della Guardia di Finanza di Castelvetrano, su delega della Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Sciacca, ha eseguito nella mattinata odierna un’ordinanza
applicativa delle misure cautelari degli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il
medesimo Tribunale, nei confronti di due produttori di olio di Partanna responsabili di plurime
condotte di bancarotta fraudolenta, per debiti insoluti per oltre 3 milioni di euro.
Al fine di continuare a beneficiare di finanziamenti bancari ed operare senza debiti
commerciali, i titolari hanno infatti distratto le poste attive della società dichiarata fallita a
beneficio di altre due aziende: una società agricola già esistente e ad essi intestata ed una
nuova società costituita ad hoc, intestata ad una prestanome.
Per operare negli stessi spazi aziendali della fallita gli indagati hanno simulato contratti di
comodato d’uso del capannone con la neo costituita società, a cui hanno anche ceduto a
prezzi stracciati macchinari e attrezzatura, la cui fattura di vendita non è stata nemmeno
saldata.
In quest’ultima società hanno poi assunto gran parte dei dipendenti della fallita, alcuni dei
quali, sentiti in atti, hanno dichiarato addirittura di disconoscere di essere passati alle
dipendenze della new company, che di fatto veniva gestita direttamente dai due titolari
arrestati i quali, come accertato attraverso mirate intercettazioni telefoniche, si rapportavano
quotidianamente con i clienti italiani ed esteri, con cui stabilivano prezzi, modalità di
spedizione e di fatturazione.
E’ stata altresì accertata la sottrazione di rimanenze di magazzino per un valore di circa
mezzo milione di euro.
I finanzieri le hanno individuate analizzando i codici numerici riportati su alcuni lotti
sequestrati in ambito nazionale nel corso di un parallelo contesto penale, curato da altri
organi ispettivi, inerente al delitto di frode in commercio che ha coinvolto sia la società fallita
che la new company, derivante dalla accertata vendita di olio “Nocellara del Belice D.O.P.”
contraffatto ed adulterato.
Ebbene, incrociando la numerazione progressiva dei lotti sequestrati in particolare a carico
della new company con i dati immessi dalla società fallita nella banca dati “Portale dell’Olio
d’Oliva” del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (S.I.A.N.), i finanzieri hanno potuto
dimostrare che i lotti sequestrati corrispondevano a quantità di olio già prodotte dalla società
fallita, la quale dunque le aveva distratte, senza formalizzare alcuna cessione, a favore della
neocostituita società che le aveva poi successivamente commercializzate.
L’attività di servizio in parola, condotta nell’importante settore della produzione di olio di oliva,
testimonia l’efficacia dell’operato della Guardia di Finanza nella sistematica attività di
contrasto ai più insidiosi sistemi fraudolenti, allo scopo di salvaguardare gli interessi dello
Stato nonché quelli delle imprese e dei cittadini rispettosi delle regole.