La storia della “Carmen”, e dei suoi travisamenti, è lunga quanto la vita del capolavoro di Georges Bizet. La prima rappresentazione, del 3 marzo 1875, fu curata dallo stesso autore che seguì personalmente le prove durante le quali apportò tagli e modifiche alla partitura originaria, costruita nello stile dell’Opéra-Comique, cioè con dialoghi recitati alternati alle parti musicali.
Quella a cui abbiamo assistito ieri sera, la “prima” andata in scena al teatro “Giuseppe Di Stefano” della Villa Margherita di Trapani nell’ambito del cartellone allestito dal Luglio Musicale Trapanese, ha proposto agli spettatori un’inconsueta versione ambientata in una periferia metropolitana dove della Siviglia di Bizet non resta nulla, sia nelle scenografie di Aurelio Colombo sia nei costumi di Edoardo Russo. Al suo posto un’enorme gigantografia dal sapore pop, raffigurante una bocca di donna con relativo stick di rossetto rosso, e una vecchia e malandata auto tedesca.
E sono svariati i rimandi a luoghi e suggestioni di tempi diversi disseminati nell’opera che agli spettatori più trasversali non mancano di ricordare le fumose atmosfere dei club underground ma anche le ribalte pop e, persino, le scene corali di musical come West Side Story. Di grande efficacia anche, nelle battute finali, la proiezione, alle spalle dei protagonisti, di spezzoni della “Carmen” di Lubitsch, girata a Berlino nel 1918 ma con la tradizionale ambientazione sivigliana. Un contrasto che ha amplificato e dato ulteriore profondità alla tensione del dramma che si sarebbe di lì a poco consumato sulla scena.
La regia di Nicola Berloffa, firma di numerose, importanti produzioni liriche nazionali e internazionali, le luci di Valerio Tiberi, le coreografie di Marta Negrini si sono felicemente rivelate in questa scelta di allestimento del Luglio Musicale Trapanese e l’esperimento, da questo punto di vista, può dirsi – nel suo voluto straniamento dalla consolidata tradizione – riuscito. Una “dissonanza”, quella tra il testo dell’opera tratta dalla omonima novella di Mérimée – che continua a parlare di città, montagne, paeselli, banditi, toreri e corride – e quanto si è potuto apprezzare visivamente sulla scena. Una soluzione che ha rinfrescato il fascino di questa storia che dai presagi di morte già disseminati nel primo atto, giunge, attraverso la disfatta di Don José, all’epilogo violento e risolutivo con l’uccisione – oggi diremmo femminicidio – di Carmen. Questa donna che vive profondamente la libertà di seguire, fedele solo a se stessa, passioni e sentimenti pagandone poi il prezzo più alto per mano di un uomoche viene costruito da Bizet come il tipico “maschio mediterraneo”, incapace di integrare un’immagine reale della donna che non sia la madre angelicata o l’amante tentatrice e distruttiva da “salvare”, paradossalmente e, ahimè, tragicamente, con l’annientamento di entrambi.
La Spagna creata da Bizet quindi – e più che mai in questa versione trapanese della sua opera – prima ancora che un luogo geografico, peraltro mai visitato dall’autore francese, si conferma un topos della psicologia umana dove si incontrano e si dispiegano passionalità e istinto, amore e odio, libertà e legami, maschile e femminile, bene e male. Dualismi che sono ben incarnati nei personaggi di Don José e di Carmen interpretati qui dal tenore Azer Zada e dal mezzosoprano Raffaella Lupinacci. Quest’ultima, al debutto nel ruolo, si colloca tra i mezzosoprani più talentuosi del panorama lirico internazionale. Tra i suoi più recenti impegni la Rosina ne “Il barbiere di Siviglia” a Bologna e Suzuki nella “Madama Butterfly” al Teatro San Carlo di Napoli con la regia di Ferzan Ozpetek.
Per ascoltare l’intervista a Raffaella Lupinacci cliccare su PLAY
Sul podio – a dirigere l’orchestra del Luglio Musicale, il francese Laurent Campellone. Raffinato interprete di “Carmen”, ha diretto molte orchestre nazionali ed è stato direttore musicale delle più prestigiose Istituzioni internazionali (come l’Opéra, l’Orchestra sinfonica di Saint-Etienne, il Bolshoi Theatre e molte altre).
Calorosi applausi, alla conclusione – slittata di qualche minuto sul programma per un breve piovasco che ha costretto ad una sospensione prima dell’epilogo – Larissa Alice Wissel, interprete di Micaëla, il contraltare femminile “buono” di Carmen, Vincenzo Nizzardo, nella parte del torero Escamillo, e per tutti gli altri interpreti.
Ottima prova anche del Coro del Luglio Musicale Trapanese, diretto da Fabio Modica, e del Coro delle voci bianche “Carpe Diem” diretto da Roberta Caly.
Di seguito i link delle nostre dirette, ieri sera, dal teatro “Giuseppe Di Stefano” di Trapani