E’ sempre allarme uccellagione, la cattura illegale della piccola avifauna protetta dalla legge, in Sicilia. Lo afferma il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio che rileva come, in soli tre giorni della scorsa settimana, si sia avuta notizia sulla stampa di tre operazioni di polizia.
La cattura e il commercio di animali rubati alla vita selvatica è purtroppo ancora diffuso in alcune regioni italiane e la Sicilia sembra costituire in questo un’eccellenza non invidiabile. I sequestri di questi giorni sono avvenuti a Marsala, Corleone e Catania. Decine di piccoli volatili protetti dalla legge prelevati in natura grazie all’ausilio di pericolose reti che possono causarne l’immediata morte per via del forte stress generato. Il tutto per rifornire un mercato di cosiddetti “appassionati” che, per la legge, sono a tutti gli effetti “ricettatori”.
” I Cardellini – spiegano dal CABS – potrebbero essere venduti solo se in possesso di speciale certificazione e di anellini metallici inamovibili apposti alla zampa. Nel caso dovessero mancare tali requisiti si tratterebbe di animali catturati in natura. Animali – si legge nella nota del CABS – che costituiscono patrimonio indisponibile dello Stato. Da ciò derivano i reati di furto e ricettazione per i quali è previsto l’arresto in flagranza secondo le ormai pacifiche sentenze della Corte di Cassazione”.
Il CABS invita le forze dell’ordine a non abbassare la guardia specie nella stagione estiva dove, lungo i fiumi, vengono piazzate le reti. ” La scorsa estate – ricorda il CABS – un grosso impianto di uccellagione venne individuato dai Carabinieri Forestali nel fiume Oreto, in piena città di Palermo, tra corso dei Mille e via Messina Marine. Il bracconaggio è un vero e proprio massivo rastrellamento della Natura e va fermato”.