TRAPANI. Continua senza sosta, 365 giorni l’anno, il lavoro della Saman con l’Osteria Sociale. Il servizio mensa per i più bisognosi, assicurato attraverso i ticket rilasciati dall’ufficio Servizi Sociali del Comune, si trova in Corso Piersanti Mattarella, in un locale confiscato alla mafia, e permette a sessantatré persone di avere un pasto giornaliero.
IL PASTO IN SOSPESO – Tra le trovate più geniali vi è però il “pasto in sospeso”. Chiunque può infatti passare presso l’Osteria Sociale e con soli 5 euro potrà donare un pasto ad una persona che non rientra i 63 che settimanalmente vengono selezionati. Un modo ancora più bello per far sorridere chi in questo momento ne ha bisogno. Chiaramente ispirato al caffè sospeso della tradizione sociale napoletana, il “pasto in sospeso” ha permesso a molti di avere un pasto nonostante non siano in possesso dei ticket.
“È una formula nuova – afferma Gianni Di Malta presidente di Saman Sicilia e vicepresidente di Saman Servizi – che permette a tutti di partecipare al pasto. Siamo aperti 365 giorni l’anno e per questo dobbiamo ringraziare il nostro personale che si è calato perfettamente nella realtà dell’Osteria. Non delle semplici cuoche ma madri di numerose famiglie che ogni giorno passano da noi. Grazie a Anna Maria Augugliaro, Rosanna Ingrassia, Simonetta Schipa e Riccardo Solina”.
PASTO D’ASPORTO – Rispetto lo scorso anno sono aumentate le richieste per l’asporto. “Sono aumentate i nuclei familiari quindi spesso i genitori, per una semplice questione di orari, preferiscono la soluzione d’asporto anziché pranzare in loco. Una opzione che permette di vivere il pasto insieme con i figli appena usciti da scuola”.
I pasti vengono assicurati quotidianamente in tre turni, dalle 12 alle 14 e per poter usufruire del servizio occorre ricevere un buono pasto dai Servizi sociali.
I BENEFICIARI – Possono beneficiare del pranzo all’Osteria sociale gli anziani residenti che abbiano superato l’età utile per il conseguimento della pensione sociale ed il cui reddito familiare è inferiore al livello minimo di sussistenza; i cittadini senza fissa dimora iscritti all’anagrafe del Comune; i residenti in condizione di disagio economico, il cui reddito familiare è inferiore a 3 mila euro, il limite per avere accesso al programma di contrasto alla povertà Sostegno Inclusione Attiva; gli immigrati residenti in possesso di regolare permesso o carta di soggiorno e che non usufruiscano di benefici o interventi assistenziali.