Trapani, condanna per stalking di vicinato

Vittime di continue minacce e persecuzioni, i due proprietari avevano deciso di non recarsi più in quella casa, modificando quindi le proprie abitudini di vita

Quando le diatribe di vicinato possono diventare reato: arriva la condanna per stalking. Il Tribunale di Trapani in composizione monocratica presieduta da Chiara Badalucco ha condannato L.S. dopo la denuncia di due anziani proprietari che avevano deciso di non recarsi più in quella casa di Rilievo. Il condannato dichiarandosi disturbato dai vicini (immotivatamente per il giudice) non perdeva occasione per insultarli sia di fronte sia gridando da dietro il muro di cinta.

Un anno di reclusione più risarcimento del danno: 2.500 euro a testa per vittime di persecuzioni. Il Tribunale di Trapani ha ritenuto nei comportamenti emersi dall’istruttoria integrato il reato di stalking (art. 612 bis c.p.), considerando gravi gli atti di molestia, minaccia e aggressività manifestati dal vicino.

È uno dei primi casi accertati del cosiddetto stalking di vicinato – oggi spesso anche stalking condominiale -, che punisce chi attua ripetuti atti di molestia con violenza o minaccia al punto da farle modificare le abitudini di vita. “Questa decisione – dichiara l’avvocato Francesco Brillante che ha difeso P.A. e R.M., la coppia di coniugi – apre il campo ad un tema importante com’è quello dei rapporti tra vicini o condomini, spesso immotivatamente tesi, ponendo concreti limiti a tutti quei rapporti eccessivamente animati”.