Trapani Calcio: sbagliando s’impara e poi… si cresce!

Sono giovani ma cresceranno! Questa è la speranza di tutti, che siano tifosi, che siano giornalisti, che siano gli stessi giocatori o dipendenti del Trapani Calcio, poco importa. Quando però si commenta l’operato della nuova “proprietà – CdA – dirigenza” del sodalizio granata, la frase ricorrente è sempre questa: “E’ una società giovane che deve fare esperienza!”.

L’esperienza però, lo sappiamo tutti, si costruisce riuscendo a cementare nella memoria tanti piccoli mattoncini, uno diverso dall’altro, che si chiamano errori e che si chiamano anche successi. Non appena però, ti rendi conto che anche uno di questi mattoncini è uguale ad un altro, vuol dire che hai commesso due o più volte lo stesso errore, o peggio hai ottenuto più di una volta la stessa soddisfazione e per questo, nel bene o nel male, non sei stato capace di crescere.
Pretendere tutto e subito, è vero, non è neanche giusto. Per riempire il “bagaglio” di esperienza, occorrono A) tempo, B) volontà, C) tenacia, ma soprattutto D) idee chiare. 

A) Il tempo è un fattore sul quale nessuno può avere ragione, passa inesorabile ed il nostro compito è solo quello di dargli un senso ed un valore condiviso e condivisibile con tutti e da tutti. Sono passati già sette mesi ma, per le cose che accadono giornalmente in società, sembrano quasi sette anni.

B) La volontà è stata tanta ed encomiabile, cominciando proprio da quella calda giornata del Giugno 2019, quando in uno studio notarile romano venne sancito il passaggio di proprietà del Trapani Calcio che, dalle mani di FM Service andò nelle mani di Alivision, dell’attuale società granata socio unico proprietario.

C) La tenacia è stata anch’essa dimostrata in vari campi:
– quello bancario, con un turbine di bonifici che, in meno di 48 ore servirono a coprire la “messa in mora” dei tesserati nei confronti della vecchia proprietà avellinese.
– quello federale, con la funzionale iscrizione del “nuovo” Trapani Calcio al Campionato di serie B, dopo la miracolosa promozione guadagnata sul campo da un manipolo di giocatori guidati da mister Vincenzo Italiano e dal DS Raffaele Rubino.
quello legale, con i migliori avvocati e manager in grado di preparare in poche ore tutti i documenti utili per dimostrare che il “tuttapposto” di desimoniana memoria era solo una insostenibile barzelletta che la piazza trapanese non si meritava.
– quello mediatico, con i proclami, purtroppo quasi immediatamente disattesi, fatti in Piazza Vittorio, dopo la promozione e la successiva iscrizione al Campionato Cadetto.
– quello politico, con tutti gli incontri che durante la calda estate post promozione, l’allora presidente Giorgio Heller riuscì ad organizzare con i sindaci e i vari amministratori ed enti pubblici dei comuni del territorio trapanese, cercando da ognuno collaborazione e complicità.

D) Le idee chiare, forse è proprio questo è ciò che sembra sia mancato in questi mesi. purtroppo! Analizzarle adesso una per una col “senno del poi”, è facile lo so, ma è anche utile, proprio per evitare il ripetersi degli errori e limitare al massimo il pericolo che, il patrimonio della Serie B, l’unico che conta davvero per la nostra città, venga depauperato irrimediabilmente.

Come si faceva una volta a scuola tracciando una linea verticale sulla lavagna, premiando i BUONI e castigando i CATTIVI i cui nomi venivano scritti col gesso dal capoclasse in attesa della maestra, voglio provare a cimentarmi in una mia personalissima serena analisi delle cose buone e delle cose rivedibili fin’ora compiute da questa giovane Società.

I MIEI PRO in ordine sparso:

– Aver voluto tentare di ricucire e rinsaldare le profonde radici della storia secolare del Trapani Calcio, riconoscendo in tutti quei protagonisti di una volta, i veri pilastri su cui costruire in termini di simpatia e riconoscenza il rapporto che ogni Società di calcio deve instaurare con i suoi tifosi, al di là dei risultati sportivi. Benvenuto quindi il Club delle “vecchie glorie” Granata.

– Aver investito molto nel settore giovanile con risultati ed entusiasmo sia da parte di tutti i ragazzi e i bambini che frequentano il “Sorrentino” sia da parte dei genitori ed i tifosi che in queste “nuove leve” sperano e credono.

– Aver voluto investire qualche migliaia di euro per migliorare la logistica interna allo Stadio Provinciale, cercando di farlo diventare davvero la “casa” del Trapani Calcio e dei suoi tifosi. Un investimento che è appena cominciato e che durerà ancora per molto. Presto infatti allo stadio si aggiungerà anche una nuova sede istituzionale e di rappresentanza di questa nuova Società.

– Aver perseguito una politica di coinvolgimento delle realtà locali, sia in termini commerciali, sia in termini di collaborazione e di supporto, ulteriormente suffragato dal nuovo corso che si è voluto dare con la scelta del nuovo presidente Giuseppe Pace. Ovviamente è troppo presto per fare dei bilanci, ma l’aver visto per la prima volta in occasione di Trapani – Ascoli, seduti in tribuna autorità, un gran numero di “primi cittadini”, assessori e consiglieri dei vari Comuni del comprensorio trapanese, lo considero un buon inizio. Sarebbe bello al più presto vedere anche le scolaresche riempire tutti gli spazi vuoti che ancora notiamo in tribuna ed in gradinata.

– Aver mantenuto più o meno invariati i prezzi degli abbonamenti e dei tagliandi d’ingresso alle partite favorendo anche le formule “famiglia”.

– Aver dato fiducia a tutti gli operatori che da anni seguono le sorti del sodalizio granata svolgendo ruoli indispensabili, dal magazziniere al segretario, dalla commessa al fattorino… Tutta gente trapanese che ancora oggi continua a lavorare umilmente ed onestamente col Trapani Calcio e con questo riesce, oltre a coltivare una irrinunciabile passione, riesce anche a portare a casa un “tozzo di pane”.
All’elenco di questi PRO ci aggiungo ovviamente anche i punti A), B) e C) che vi ho su descritto. Voglio però fermarmi qui, perché dopo aver addolcito il palato, adesso nell’ottica espressa al punto D) vi illustro…

I MIEI CONTRO anche questi in ordine sparso:

I toni “trionfalistici” ed i proclami in piazza che abbiamo sentito questa estate quando tutti sapevano che le “bollicine” della promozione sarebbero presto evaporate in un impegnativo nuovo campionato conquistato dalla vecchia proprietà senza mezzi e senza programmazione. Dopo l’acquisizione di titolo e proprietà, alla nuova dirigenza del Trapani Calcio sarebbero bastate parole chiare ed umili. La piazza le avrebbe certamente condivise ed apprezzate dopo lo stillicidio di emozioni buone e cattive subìto nel “miracoloso” campionato di Serie C 2018-2019.

– Aver optato ad inizio avventura, per le scelte basate forse sull’entusiasmo del momento e le richieste di piazza, piuttosto che su un ragionato programma di crescita.
In questo modo è cominciato un campionato di Serie B
con una giovane società dove i consiglieri, i dirigenti ed i proprietari forse ancora non avevano approfondito le reciproche conoscenze;
con un poco più che ventenne Amministratore Delegato;
con un allenatore ed un direttore sportivo esordienti nella categoria, ma soprattutto
con tutti gli attori distratti più dalle tribolazioni dell’iscrizione al campionato che da un necessario programma d’assestamento.
Questa, forse è sembrata la via più semplice ma, di fatto si è dimostrata anche la più dispendiosa ed anche, purtroppo la meno efficace.
Col famoso “senno del poi” sarebbe stato meglio fare un forte investimento su uomini “cardine” che con la loro esperienza avrebbero potuto consigliare e perché no, anche prendere responsabilmente le decisioni importanti.

– Aver affidato la gestione della squadra ad un allenatore esordiente che, forse sottovalutando sia il parco giocatori che gli avevano costruito, sia la caratura del campionato cadetto, si è assunto la “irresponsabilità” di questa avventura, basandosi prevalentemente sul proprio entusiasmo e sulle promesse fattegli sia dal giovane Amministratore Delegato Lorenzo Giorgio Petroni, che dal giovane direttore sportivo Raffaele Rubino.

– Aver preferito isolarsi in un inutile e costoso ritiro a Spiazzo con un risicatissimo parco giocatori, piuttosto che ripetere l’esperienza della precedente stagione, quando tutti si strinsero attorno ad un mister ed un direttore sportivo, anch’essi esordienti in serie C, e che sudando e soffrendo durante tutta l’estate al Provinciale, gettarono le basi di un gruppo solido e vincente, anch’esso supportato da una favolosa platea di tifosi granata.

– Aver impiegato così tanto tempo ed aver sprecato così tanti punti per cambiare allenatore.

– Non aver mai dato alla piazza, le giuste spiegazioni circa l’esonero dal ruolo di direttore sportivo di Raffaele Rubino, che ad inizio stagione era stato ingaggiato dalla nuova proprietà a furor di popolo, dopo un altrettanto inspiegabile esonero patito dalla vecchia, a fine stagione di Serie C 2018-2019.

– Aver rinunciato per parecchi mesi all’unica finestra di collegamento tra i tifosi e la squadra con un sito web ufficiale in perenne stato di manutenzione. Una vetrina indispensabile per una nuova società che di fatto quest’anno rappresenta la più alta espressione del calcio siciliano nel mondo. Ed ancora oggi, quando il mondo cerca su google “trapani calcio” l’unica cosa di OFFICIAL che appare è una confusa pagina facebook molto difficile da approfondire nei suoi contenuti “storici”.

– Aver creato così tanta confusione nella gente trapanese, consentendo un andirivieni di figure all’interno della società con relative, inutili e spesso dannose fughe di notizie. Di voci e notizie ne sono circolate tante al punto tale che anche i tifosi stessi avevano malignamente iniziato a pensare che queste fossero artatamente diffuse proprio per distogliere la platea dalla severa classifica e da altre piccole o grandi magagne la cui soluzione sarebbe stata molto più semplice se mantenute all’interno della società.

– Non essere ancora riuscita a rasserenare l’intera cittadinanza, tifosi e non, ma semplicemente “trapanesi” circa le diatribe legali e federali che si stanno sviluppando attorno al “passaggio di proprietà”. La paura che il giocattolo si possa rompere non tanto per la classifica deficitaria, ma per qualche penalizzazione, o per qualche altra causa civile persa, è molto difficile da nascondere dietro il velo della fiducia e del tifo incondizionato.

E con I MIEI CONTRO per il momento mi fermo qui. Ora sembra che finalmente sia cominciato un nuovo ciclo, con l’arrivo degli svincolati, col passaggio della “cometa” Nember, con l’ingaggio di mister Fabrizio Castori e con i tanti movimenti sia in entrata che in uscita che il nuovo Trapani Calcio sta operando nel calcio mercato invernale. Dobbiamo continuare insomma ad avere fiducia.

Sia chiaro, con quanto ho scritto, non è mia intenzione giudicare l’operato di alcuno. Ho voluto solo fare un elenco di BUONI e CATTIVI sulla mia speciale lavagna, perchè alle elementari, forse a causa della mia stazza, ero spesso chiamato dalla maestra a fare il capoclasse e la cosa non mi piaceva affatto. Era un compito che però dovevo svolgere in piedi col gessetto in mano e gli occhi ben aperti ma fortunatamente, dopo la prima volta, ero più sereno perchè avevo capito che quell’elenco sulla lavagna non era nè premiale nè punitivo. Era semplicemente un rimedio: serviva, in assenza del leader, solo a mettere per qualche minuto ognuno davanti le proprie responsabilità.
La maestra infatti, appena rientrata in classe, neanche lo leggeva, e dopo aver cancellato col cassino tutti i nomi, cominciava a spiegare la lezione… e poi, si cresce!

Nicola Conforti

Giornalista. Faccio Radio dal 1976 parlando di Sport, Calcio, Basket, Vela, ma anche di Blues (http://www.mixcloud.com/NicolaNiQConforti/) e di Mototurismo di pura evasione come raccontato nel mio unico e solo best seller IO ELEFANTE..."Radio"grafia di un motociclista inventato (qualche copia ancora disponibile da http://www.facebook.com/ioelefanteniqconforti/)

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