Tranchida non ci sta. Alza un muro contro i leoni da tastiera e annuncia querele.
“Aggressione mediatica e minacce miste ad invidia politica, odio ed ignoranza. Chi ricopre cariche pubbliche – afferma il sindaco di Trapani – , in ossequio ai principi costituzionali, democratici e repubblicani, può e deve essere oggetto e bersaglio di critiche, anche aspre. L’ingiuria, la diffamazione, l’offesa e le minacce, però, sono altra cosa ed hanno un limite di sopportazione non solo politico – istituzionale ma anche umana. La misura è colma e, quindi, non mi rimane che dare mandato al mio avvocato per la tutela della mia immagine personale e della mia onorabilità, al contempo ho notiziato l’ufficio legale del Comune al fine di meglio tutelare i diritti dell’ente locale”.
Il sindaco di Trapani non entra nel dettaglio. Non dice apertamente chi vuole querelale ma l’identikit sembra quasi ovvio. “I leoni da tastiera, che sovente si nascondono sotto la benevola ala animalista, non resteranno impuniti. Anticipo sin da ora che l’eventuale risarcimento dei danni liquidato in sede giudiziale – dice Giacomo Tranchida – , verrà dal sottoscritto devoluto, in toto, alle associazioni animaliste, quelle “vere”. Analoghe considerazioni valgono per le sedicenti anime pie che si professano tutori e tutrici dei diritti delle persone diversante abili le quali, mentre l’amministrazione comunale è impegnata abbattere le barriere architettoniche, ereditate da una politica miope e sorda su diritti di dette persone, non sanno far di meglio, con i contributi pubblici che percepiscono, che minacciare e diffamare”.
Insomma, fuoco alle polveri. Giacomo Tranchida continua la sua lotta e non intende buttare acqua sul fuoco. Anzi.
“Anche per tali soggetti, auspico, esemplari condanne, soprattutto, se non esclusivamente, ispirate alla così detta giustizia riparativa e quindi con risvolti sociali e civici. Invito i cittadini – conclude – che numerosi mi/ci hanno attribuito solidarietà e vicinanza a non scivolare sul piano della provocazione, seppur a mia e nostra difesa, altri organi hanno il compito di fare giustizia”.
Insomma, il guanto di sfida verso i leoni da tastiera è stato lanciato. Con buona pace del Tribunale che presto, praticamente, pare potrà diventare un ring.