Toto Braschi si candida a sindaco di Favignana

Toto Braschi ci riprova. Già candidato a sindaco di Favignana nel 2018 ed attuale capo dell’opposizione in consiglio comunale, Braschi ha annunciato la propria candidatura a primo cittadino per le Egadi.

“Il progetto politico continua con una nuova compagine – afferma Braschi – e con nuove risorse umane. Dopo il terremoto politico che ha coinvolto l’amministratore comunale, il sottoscritto desidera dare un’impronta diversa da come è stata gestita la comunità egadina negli ultimi 15 anni. Da candidato sindaco nel 2018, arrivato secondo dopo l’ex Pagoto, è mio dovere attuare il principio dell’alternanza politica con un programma che intende abbracciare le forze politiche sane e affidabili che circoscrivono il territorio egadino.  Non guardo e non è essenziale oggi fossilizzarsi sulle appartenenze partitiche che hanno martoriato e diviso il popolo egadino in classi sociali di serie A e B, pregiudicando e calpestando i diritti fondamentali della democrazia e dell’autodeterminazione civile e sociale. I cittadini non desiderano essere trattati in modo diverso: essi chiedono diritti per tutti, parità di trattamento, autodeterminazione nel lavoro, verità, trasparenza, regole certe e chiare. Oggi la storia afferma che questo modo di fare ha portato solo danni per tutti”.

Si accende quindi la macchina politica in vista delle elezioni del prossimo 4 e 5 ottobre per le amministrative dove, dopo le dimissioni di Giuseppe Pagoto a seguito delle sue problematiche giudiziarie, si tornerà a votare anche nel Comune di Favignana. I cittadini delle tre isole Egadi saranno chiamati alle urne dopo appena due anni dalle ultime elezioni.

“Nel 2018 – continua Braschi – sono arrivato secondo per una manciata di voti. Sono il candidato naturale e avverto il dovere di andare avanti con un progetto di rinascita sociale, etica, culturale ed economica. Le Egadi lo meritano. La politica sana pure”.

Braschi sarà il punto di riferimento per le forze politiche del centrodestra anche se “ritengo sia necessario un dialogo dove le componenti del centrodestra si riuniscano e superino le contrapposizioni di natura personale e non politica affinché si possa, davvero, costruire il futuro dell’arcipelago”.

Il grande valzer, quindi, è iniziato.