“Il decreto sulle quote tonno va ritirato e riformulato, non ci sono altre alternative. Cambiare le regole in corsa significa condannare a morte un intero comparto che dà lavoro a circa 80 persone e sostentamento a un territorio fragile. Favignana ha rappresentato un modello virtuoso, capace di coniugare tutela di un patrimonio ambientale e storico con il lavoro. Un modello di sviluppo che andrebbe sostenuto e non, come fa il governo, penalizzato. Oltre al danno, risulta insopportabile la beffa di un provvedimento ad orologeria, adottato subito dopo le elezioni. Giusto per ricordare ancora una volta ai siciliani che la campagna elettorale è finita e che loro sono tornati ad essere il nemico”. Così sui social network Pietro Bartolo.
Nino Carlino, del Distretto della Pesca.
“Il Distretto della Pesca manifesta la propria vicinanza all’azienda Nino Castiglione ed auspica che, attraverso una seria interlocuzione fra il Ministero e la Regione Siciliana, si possa trovare una soluzione per la riapertura della Tonnara di Favignana al fine di evitare sia un gravissimo danno economico all’Azienda trapanese, che rappresenta una delle maggiori eccellenze dell’agroalimentare Siciliano, e di tutelare il lavoro di quanti operano nell’impianto sul quale, dopo l’affidamento della gestione, la stessa Azienda ha molto investito”.
Anche l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Trapani, Mario Sugameli, è intervenuto.
“Oggi il nostro territorio ha assistito all’ennesima mortificazione di un altro suo tentativo di vero sviluppo socioeconomico. Nelle scorse settimane la riapertura della storica attività della tonnara di Favignana aveva riacceso speranze ed alimentato progetti da parte di chi vedeva in questa ripartenza una nuova occasione di crescita economicooccupazionale. Infatti, il decreto che aveva assegnato le quote per la tonnara di Favignana, pur essendo estremamente limitate, circa 80 tons, aveva acceso l’interesse dell’azienda Nino Castiglione srl che, nonostante la risicata assegnazione, aveva deciso di sostenere la spesa per la riattivazione della tonnara, conscia del ruolo ricoperto sul territorio di catalizzatore di nuove iniziative e opportunità di crescita.
Ieri, con decreto ministeriale viene comunicata la riduzione della quota disponibile di pescato da circa 80 tons ad appena 14,9 tons.
Questo provvedimento ha reso impercorribile all’azienda la continuazione dell’attività di pesca del tonno, costringendola ad abbandonare l’iniziativa per limitare i già ingenti costi economici. Questo fatto gravissimo stronca sul nascere ancora una volta un’iniziativa produttiva che poteva avere risvolti positivi in termini di crescita economica e occupazionale, sia diretta che nell’indotto, e per la ricaduta sia di carattere industriale e sia in termini di presenze turistiche per il territorio. La nostra terra non è più nelle condizioni di subire attività predatorie che rafforzano ancora di più il fenomeno migratorio di circa 25.000 giovani e meno giovani, che, depauperando ancora di più il nostro territorio, lasciano la Sicilia per trovare fortuna nel Nord Italia o in Europa.
È arrivato il momento in cui i rappresentanti delle istituzioni, del mondo dell’imprenditoria, delle professioni e del lavoro, quel che è rimasto dei corpi intermedi, si mettano insieme per una riflessione comune su come assicurare un futuro possibile di legalità e di speranza alle future generazioni”.