Terrorismo e immigrazione clandestina, arrestato uno degli indagati nell’operazione “Abiad” del ROS

Istigazione a commettere delitti in materia di terrorismo e associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono due degli svariati reati di cui è accusato Ayem Fathali, arrestato quest’oggi dai Carabinieri del Ros e dagli agenti della Polaria all’aeroporto di Fiumicino a Roma.

Il tunisino, dallo scorso 28 gennaio, era destinatario di un mandato di arresto europeo. Era fuggito in Germania dopo essersi sottratto all’esecuzione del fermo disposto dalla Procura della Repubblica di Palermo nell’ambito dell’operazione “Abiad” – del 9 gennaio di quest’anno – contro il terrorismo e il traffico di migranti. Fathali, insieme ad altre 14 persone, faceva parte di un’organizzazione criminale che, in cambio di ingenti somme di danaro, organizzava traversate per piccoli gruppi di cittadini tunisini dalla coste del Nord Africa a quelle del Trapanese.

L’indagine aveva permesso di individuare questo sodalizio criminale transnazionale, prevalentemente formato da tunisini, che operava sul territorio italiano e tunisino attraverso una rete logistica alimentata con gli ingenti proventi delle attività criminali messe in atto, curava anche l’espatrio dalla Tunisia di soggetti ricercati dalle locali Autorità e forze di polizia e incrementava i propri guadagni con il contrabbando di sigarette distribuite nel territorio palermitano attraverso la mediazione degli associati italiani.

Le somme ricavate venivano poi riutilizzate per il rifinanziamento della struttura operativa e logistica – tra l’altro per l’acquisizione di nuovi natanti in caso di guasti o sequestri da parte delle forze dell’ordine e per il pagamento delle spese legali dei componenti arrestati e sottoposti a processo – e anche per alimentare e gestire l’attività d’intermediazione finanziaria esercitata abusivamente nei confronti dei connazionali tunisini.

Le indagini svolte avevano consentito di acquisire riscontri diretti delle attività criminali del sodalizio e di rintracciare, fermare e identificare alcuni gruppi di clandestini trasportati via mare nel territorio trapanese. Era emerso, inoltre, che uno degli esponenti di vertice dell’organizzazione era schierato a favore di Daesh, il sedicente Stato islamico autore di svariate attività terroristiche. L’uomo, tramite il web, gestiva un’intensa attività di istigazione e apologia del terrorismo di matrice islamista, inserendosi nel network globale della propaganda e del proselitismo e promuovendo gli efferati messaggi dell’organizzazione terroristica.