Andrà in scena sabato prossimo, 30 novembre, alle 18, al teatro “Maestro Tonino Pardo” la commedia Il malato immaginario di Molière. L’evento è organizzato nell’ambito della stagione del Luglio Musicale Trapanese in collaborazione con gli studenti del Liceo scientifico “Fardella” e Liceo classico “Ximenes” di Trapani, grazie al laboratorio finanziato attraverso i fondi del “Pon 2014 -2020 Competenza per l’alternanza”.
L’obiettivo del progetto è quello di avvicinare gli studenti alle modalità espressive che appartengono all’arte teatrale. In questa edizione della commedia vi è una freschezza interpretativa dei suoi giovani attori, il cui filo rosso punta su due elementi: il comico e la satira sociale.
Il cast è composto da tredici studenti, la regia dello spettacolo è affidata a Maria Cristina Lucido, le scene e i costumi sono a cura di Maria Luisa Curatolo con Danilo Coppola e Clara Talluto. Il “tappeto musicale” dell’opera sarà formato da brani di autori del barocco musicale classico: da Jean-Baptiste Lully a Wolfgand Amadeus Mozart passando per Antonio Vivaldi, George Friedrich Händel e Francesco Durante.
Il costo del biglietto con tariffa intera è di 10 euro, ridotta per abbonati all’Ente Luglio Musicale Trapanese e Amici della Musica di Trapani, per gli studenti fino a 24 anni previa presentazione di attestazione di frequenza o del libretto universitario del Conservatorio di Musica “Scontrino”, il costo è di 7 euro. Sarà possibile acquistare i biglietti presso il botteghino dell’Ente Luglio Musicale Trapanese in viale Regina Margherita 1 (all’interno della Villa Margherita), dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.00. In alternativa è possibile acquistare i biglietti sul sito internet dell’Ente Luglio o presso la sede dell’evento a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero 0923 29290.
Il malato immaginario – ultima delle commedie scritte da Molière – è tra le più rappresentate in Italia e all’estero. Il malato immaginario induce lo spettatore, pur nell’atmosfera comica, a riflettere intorno ai rapporti tra medici e pazienti nel mondo reale. È vero che Argante rimane un malato immaginario, vive nel suo mondo di finzione. La sua vera malattia è la paura di vivere, di rimanere solo. La satira che viene messa in scena sottopone un’intera professione al giudizio critico, al riso del pubblico.
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