Sorveglianza speciale per due stalker, è la prima volta nel Trapanese

Applicate a Trapani le prime sorveglianze speciali per gli autori di atti persecutori. Condividendo le risultanze delle indagini svolte dalla Polizia, la sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani ha recentemente disposto la misura di prevenzione nei confronti di due uomini accusati di stalking.

Ad essere raggiunto dal decreto applicativo della misura di prevenzione della durata di due anni è stato un alcamese di 58 anni per il quale – già condannato per stalking, sia prima che dopo la separazione, nei confronti dell’ex moglie – nell’ottobre 2018 il gip del Tribunale di Trapani aveva disposto il divieto di avvicinamento alla persona offesa: una donna con la quale aveva intrattenuto una relazione sentimentale e che, poi, lo aveva denunciato a causa di una serie di atti persecutori (telefonate, appostamenti, pedinamenti, minacce di morte) che l’avevano costretta a trasferirsi prima in altra città. L’uomo l’aveva raggiunta e intimidita anche lì e, addirittura, anche in altro Paese dove la donna si era trasferita. Per questo all’uomo è stato imposto anche l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, dal quale non potrà allontanarsi senza autorizzazione dell’Autorità giudiziaria.

Nel decreto applicativo, eseguito dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Alcamo lo scorso 2 settembre, il soggetto viene ritenuto connotato da una “pericolosità sociale intensa ed attuale che mette in pericolo, a causa della persistenza delle condotte, la sicurezza della parte offesa”. Ed ancora, il giudice ha evidenziato come “le ripetute condotte persecutorie rappresentino un indice accentuato di pericolosità sociale concreto ed attuale, sintomatico di tratti personologici disturbati in grado di ledere non solo le aspettative di tranquillità sociale della vittima ma anche delle persone a lei legate da stretti rapporti relazioni”.

Analogo giudizio di pericolosità sociale ha espresso il Tribunale nel provvedimento emesso a carico di un 32enne mazarese che, nell’agosto 2018, era finito in carcere, su disposizione del gip del Tribunale di Marsala, “perché con condotte reiterate, minacciava e molestava la ex fidanzata (…) ed i suoi genitori (…) in modo da cagionare negli stessi un perdurante e grave stato d’ansia e di paura nonché da ingenerare negli stessi un fondato motivo per la loro incolumità”.

La donna, nonostante le violenze psicologiche e fisiche già subite (tra cui la rottura del setto nasale), nel luglio 2018 aveva deciso di dare un’altra possibilità al suo carnefice che, invece, ha ricominciato ad aggredirla e minacciarla di morte. Dopo avere deciso di interrompere la relazione sentimentale ed essere tornata a vivere con i genitori, la ragazza, tuttavia, era costretta a vivere in clima di paura e ansia perché il suo ex, ripetutamente, la minacciava telefonicamente e senza alcun preavviso la raggiungeva nell’abitazione, pretendendo di entrare e non esitando a minacciarla di morte, nonostante le Forze di Polizia fossero più volte intervenute e lui stesso si trovasse in regime di arresti domiciliari.

Il provvedimento, con il quale è stata disposta la sorveglianza speciale per un anno, gli è stato notificato presso l Casa Circondariale di Trapani dove si trova in custodia cautelare, misura recentemente applicatagli per la ripetizione, tra l’altro, degli atti persecutori.

Fin da quando la legge 161/2017 ne ha sancito l’introduzione nel Codice Antimafia, l’ ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani, per tutelare le vittime di comportamenti violenti e molesti, ha rivolto particolare attenzione a questi casi con mirata ed intensa attività info-investigativa e, tramite le istanze di ammonimento frequentemente sporte dalle vittime in alternativa alla denuncia penale, ha evidenziato che, anche in questa provincia, purtroppo, l’entità del fenomeno dello stalking – talvolta preludio di più efferate violenze – non è assolutamente trascurabile: numerosi soggetti, spesso giovani uomini, si sono resi responsabili di condotte a carattere ossessivamente intrusivo, minaccioso e violento e sono stati sottoposti al divieto di avvicinamento o a misure cautelari più gravi.

Per alcuni di essi, autori di comportamenti particolarmente gravi, destabilizzanti e assolutamente intollerabili per la comunità sociale, il questore ha ritenuto di dover adottare misure di controlli e vigilanza e, pertanto, li ha segnalati, con circostanziata proposta, alla competente Autorità giudiziaria che ha adottato i provvedimenti del caso.

Quelle di questi giorni sono importanti pronunce del Tribunale di Trapani, finalizzate a contenere una pericolosità sociale “specifica” perché indirizzata verso vittime particolari, per tutelare le quali i giudici hanno anche disposto l’applicazione di prescrizioni ulteriori, come il divieto di frequentare i luoghi normalmente frequentati dalla vittima, l’obbligo di mantenersi ad una certa distanza da questa e il divieto di effettuare, con qualsiasi mezzo, comunicazioni con la stessa.

Ornella Fulco

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