Situazione “disastrosa” al Carcere di Trapani, lo dicono la UilPa Polizia Penitenziaria e il Partito Radicale

“Una situazione disastrosa e alquanto allarmante”, aveva commentato a caldo sulla sua pagina Facebook, Gioacchino Veneziano, segretario regionale della UilPa Polizia Penitenziaria, subito dopo la visita della delegazione del sindacato, alla Casa circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.

Una affermazione che trova ora maggiori dettagli nella nota inviata alla stampa nella quale Veneziano afferma che “eravamo venuti a fare la visita dei luoghi di lavoro tre anni fa e, rispetto ad allora, abbiamo costatato un disfacimento strutturale inammissibile: è come se, da allora, nessun dirigente si sia occupato di mettere in campo le più banali opere di manutenzione ordinaria. Abbiamo trovato cancelli e porte pieni di ruggine, muri con la muffa e infiltrazioni di acqua nei corridoi e nei tetti”.

Secondo il segretario regionale UilPa Polizia Penitenziaria “il reparto della ‘media sicurezza’ [ndr. il “Mediteraneo”] è quello da ristrutturare nella sua interezza, quindi da chiudere senza indugio, infatti – continua Veneziano – non riusciamo a capire cosa vengono a verificare le varie visite dell’ASP ma, soprattutto, cosa scrivono nelle relazioni conclusive quando noi, come sindacato dei lavoratori, abbiano costatato gravissime violazioni del datore di lavoro con ossidazione di tutte le strutture in ferro, muffa nei muri, postazioni dei lavoratori vergognosamente degne da terzo mondo senza aria condizionata, ovvero ricircolo dell’aria, con mobilio preso sicuramente in prestito dai vari sfasciacarrozze, quindi tutto fuorilegge”.

“A causa dei ritardi dell’Amministrazione nell’ovviare alle debolezze strutturali e di sicurezza nella zona dove si è concretizzata l’evasione – sottolinea il sindacalista – è stata collocata una cabina di legno che apparteneva al lido della Polizia Penitenziaria quando, da oltre sei mesi, erano arrivati i fondi per rinforzare la sicurezza – sostiene Veneziano – ma evidentemente a chi ha diretto per dieci anni questo Istituto non stava a cuore la sicurezza dei nostri colleghi, ovvero tanto chi paga in caso di eventi critici è solo ed esclusivamente il personale che indossa la divisa della Polizia Penitenziaria”.

Per quanto riguarda i numeri, attualmente sono in servizio al “Pietro Cerulli” 242 poliziotti penitenziari di cui 40 utilizzati presso il Nucleo provinciale operativo traduzioni e piantonamenti, ulteriori 85 poliziotti utilizzati nei compiti e servizi attinenti la sicurezza e circa 80 unità assenti per la fruizione di diritti soggettivi. In pratica – prosegue il segretario regionale della UilPa Polizia Penitenziaria – rimangono 37 poliziotti nell’arco delle 24 ore (da dividere per tre turni) a controllare 535 detenuti, di cui 442 per reati comuni, 93 dell’alta sicurezza (suddivisi tra mafia, camorra,‘ndrangheta e sacra corona unita)”.

I detenuti stranieri sono 107 quindi il 20% del totale dei ristretti. Altissima la presenza di detenuti con problemi psichiatrici – secondo il sindacato – “che si aggirano ad oltre 100, rendendo il carcere di Trapani un mini ospedale psichiatrico”.

Gioacchino Veneziano preannuncia che al prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi di incontrare il personale di Polizia Penitenziaria del carcere “Pietro Cerulli”, “orfano di un’Amministrazione ostile e lontana dai bisogni dei lavoratori, fermo restando che invieremo una relazione dettagliata sulle condizioni della struttura e su come sono costretti ad operare i poliziotti penitenziari trapanesi al ministro Alfonso Bonafede, al capo del Dap Francesco Basentini, al capo del Personale Massimo Parisi, al Servizio di Vigilanza sull’Igiene e la Sicurezza dell’Amministrazione Penitenziaria (VISAG), alla neo provveditora regionale Cinzia Calandrino, all’Asp di Trapani e ai Carabinieri del Nas oltre che allo stesso prefetto di Trapani.

Le criticità del carcere trapanese sono state, proprio in occasione dello scorso Ferragosto, illustrate dalla ex parlamentare nazionale ed esponente del Partito Radicale Rita Bernardini che, insieme ad una delegazione, ha effettuato una visita – protrattasi dalle ore 10.30 circa fino alle ore 17.15 – alla Casa circondariale dalla quale è emerso l’evidente stato di degrado della struttura. Insieme a loro anche Roberto Piscitello, a capo della Direzione generale dei Detenuti e del Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

La delegazione ha riscontrato la presenza di celle anche piccolissime, destinate a ospitare un detenuto e che spesso ne ospitano due e di celle pensate per ospitarne tre che ne ospitano quattro con letti a castello anche a tre piani. Con eccezione del reparto “Adriatico”, inaugurato tre anni fa – che non ha comunque il riscaldamento ma ha i bagni a norma e la palestra – il resto invece è stato giudicato in pessimo stato: sia il reparto di isolamento, con docce esterne, senza acqua calda e il bagno a vista in tutte le celle e anche alla turca – dove è stato trovato un detenuto senza cuscino e uno straniero privo del sapone per lavarsi – sia il reparto di alta sicurezza, lo “Ionio”, dove ci sono le docce esterne alle celle, in violazione al regolamento penitenziario, il bagno senza finestre e impianto di aerazione. I detenuti stanno nelle celle 20 ore su 24 e la socialità è svolta in una sorta di gabbione nelle quattro ore d’aria consentite. Confermate, anche dal punto di vista della condizione dei detenuti, le criticità evidenziate dalla UilPa Polizia Penitenziaria al reparto “Mediterraneo”, con infiltrazioni e muri scrostati, mentre al reparto “Tirreno” che ospiterà i cosiddetti “protetti” e che dovrebbe essere inaugurato il prossimo autunno, ci sarà anche il riscaldamento.

La delegazione dei Radicali ha, anch’essa, registrato la carenza nell’organico della Polizia penitenziaria che le nuove immissioni non compensano, anche a fronte dei pensionamenti. Questo si riflette non solo sulla sicurezza del carcere ma anche sulle attività per i detenuti che non possono essere svolte per mancanza di personale. “Non emergono all’apparenza – dicono dalla delegazione – carenze di educatori e psicologi ma, secondo i detenuti, incontrare gli stessi educatori, gli assistenti sociali e responsabili del Sert non è una cosa semplice”. Presenti molti detenuti di tipo psichiatrico, tossicodipendenti e sieropositivi e, tuttavia, si registrano carenze nell’assistenza di tipo sanitario. Nota totalmente negativa è l’assenza di lavoro: solo 70 detenuti lavorano e solo 5 con datori di lavoro esterni: una percentuale inferiore al 15 per cento. Limitate le attività scolastiche e di formazione”.

Un altro dato negativo – secondo Rita Bernardini e gli altri componenti della delegazione che ha visitato il carcere trapanese nella giornata di Ferragosto – è la mescolanza di detenuti in attesa di giudizio e detenuti definitivi. Una nota positiva è che il padiglione completamente ristrutturato è stato realizzato in tempi brevi perché è stato utilizzato il lavoro dei detenuti supportato da alcuni poliziotti. L’ex direttore dal DAP, Santi Consolo – dice – ha voluto che le ristrutturazioni fossero fatte proprio attraverso il lavoro dei detenuti, in modo da recuperare posti e possibilità di lavoro, che sono qualificanti da spendere all’esterno. Questa è l’unica nota positiva – conclude – tutto il resto, nel carcere di Trapani, è illegalità”.