Dopo quasi 12 ore di estenuante trattativa, si è arreso alla Polizia Giuseppe Frasillo, l’uomo che si era barricato in casa a Mazara del Vallo, con un fucile, insieme al figlioletto Diego Edward di quattro anni, minacciando il suicidio.
Non è stato, quindi, necessario l’intervento dei poliziotti del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza che erano giunti da Roma per mettere fine alla drammatica vicenda nel quartiere di Mazara due. L’uomo è stato arrestato per sequestro di persona.
Nel pomeriggio, gli uomini della Squadra Mobile di Trapani, presenti da stamattina davanti all’appartamento al primo piano di una delle palazzine del quartiere, erano riusciti a farsi consegnare dal 59enne il fucile di cui era in possesso. Sul posto anche il questore di Trapani Salvatore La Rosa.
La vicenda è nata dai dissapori con la ex compagna, una 45enne di Mazara del Vallo, dopo l’affidamento del bambino alla donna. Frasillo aveva chiesto ai poliziotti di poterle parlare ma non è stato accontentato per scongiurare un suo gesto inconsulto. Il fratello dell’uomo, Vincenzo, era stato arrestato nel gennaio di quest’anno, per avere ucciso la sua compagna.
Era stata proprio la madre del bambino ad avvertire stamattina, intorno alle 9.30, le forze dell’ordine che Frasillo si era barricato in casa, armato, con il piccolo.
La bacheca di Frasillo è costellata di post sulla sua ex, L’ultimo, di ieri sera: “Tutti sanno, chi di voi ci ha frequentato e conosciuto, che in tutti questi 13 anni, ho provveduto solo io a mantenere tutta la famiglia, ivi compreso i due figli avuti dal suo precedente matrimonio […]. La mia ex compagna, chi ci conosce e ci ha frequentato, sa bene, poiché lei stessa lo ha detto a tutti, prima e dopo la nascita di Nostro Figlio Diego, che è stata per 10 lunghissimi anni, a volere una cosa nostra, un Figlio da me […]. Credevo che con questo Nostro Figlio, lei diventasse più saggia e riflessiva, più responsabile della sua vita e della Nostra. Ogni tanto avevamo dei banali battibecchi, che si trasformano in litigi, per le grida da parte sua. Grida che non potevo sentire e sopportare, per il mio carattere mite e silenzioso nel vivere in pace in famiglia […]. Diceva sempre di non chiedere niente, ma chiedeva tutto e il tutto per tutto. Per questo motivo, in 13/14 anni di nostra convivenza, gli avrò dati 10 schiaffi. Ma mai prima che fosse stata lei ad alzarmi le mani gridandomi in faccia. Ed in Germania per aggredirmi così, si ruppe pure il mignolo tentando di strapparmi la maglietta, che si strappò assieme al mio petto per le sue unghie.
Non ho mai capito il suo carattere […]. E adesso questo figlio è trattato così? Abbandonato dalla stessa madre che lo ha messo al mondo, per un altro. Ed io gli dovrei far crescere questo Mio Figlio, chiestomi per 10 lunghi anni ad un altro uomo? […]. Calpestando il mio diritto di Padre a crescermi un figlio, anche da separati. Togliendomelo, questo diritto con la complicità di altri. E finalmente ieri sera in una di queste telefonate, ci è riuscita; ci sono riusciti a farmi esplodere e a farmi gridare di rabbia anche quello che non pensavo e non volevo dire”.