Scuola, disabili senza Assistenti alla Comunicazione: la situazione grottesca in provincia

«Ci troviamo di fronte al classico caso dei due litiganti senza però un terzo che gode»

Ci sono gravi problemi per i 278 assistenti alla comunicazione che garantiscono il servizio agli alunni con disabilità degli Istituti d’Istruzione Superiore di competenza della ex Provincia regionale. Secondo quanto denunciato dal presidente del Consiglio d’Istituto ddj “G.B.Amico/Calvino”,  Nicolò Milana, e dalla presidente dell’associazione “Luce dopo di noi” Anna Elena Vattiata, gli operatori che dovrebbero aiutare i disabili nelle scuole «hanno sottoscritto un contratto il 7 gennaio 2020 ma non hanno ancora iniziato a lavorare per un contenzioso con la cooperativa affidataria del servizio che non intende retribuire gli operatori pur avendo incassato i soldi dell’appalto regolarmente».

Gli AsaCOM sono una figura professionale prevista dalla legge 104/92 sono una garanzia del concreto ed effettivo diritto allo studio, dell’integrazione dello studente con disabilità instaurando con esso una relazione educativa e aiuta l’alunno ad accrescere e sviluppare le proprie potenzialità anche con interventi domiciliari.

La legge 104 prevede accordi di programma finalizzati “alla predisposizione, attuazione e verifica congiunta di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché a forme d’integrazione tra attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche”.

Siamo ancora lontani in Sicilia da questa cultura della socializzazione ma chi fa assistenza all’autonomia e alla comunicazione opera ad personam e collabora in team alle altre figure educative e assistenziali secondo quanto stabilito nel Piano Educativo Individualizzato e diventa un punto di riferimento sociale e culturale per i ragazzi che soffrono un’innegabile emarginazione sociale.

«Ci troviamo di fronte al classico caso dei due litiganti senza però un terzo che gode – affermano i due – , purtroppo, da un lato i lavoratori legittimamente creditori di stipendio (da quattro a sei mensilità) che hanno avviato una vertenza sindacale con messa in mora e avvio delle procedure esecutive nei confronti della Cooperativa affidataria e dall’altro la cooperativa che, pare, sia disposta a mettere sul piatto limitate mensilità che le organizzazioni sindacali non vogliono ovviamente accettare. Nel mezzo della controversia ci stanno ben 278 ragazzi con le loro famiglie e i loro problemi che sono costretti a rinunciare alle attività didattiche e di socializzazione in presenza nelle scuole».

«Si tratta di persone – aggiungono Milana e Vattiata – , non di numeri astratti né d’interessi di una sola parte da tutelare ma di soggetti deboli e fragili socio-psicologicamente. La vicenda assume toni grotteschi, se si considera che i soldi sono stati impegnati e incassati nell’anno precedente e che, a sentire la versione degli Uffici competenti, in bilancio si possono impegnare le somme per il primo trimestre del 2021 che la cooperativa, probabilmente, continuerà a riscuotere. Ci chiediamo, da genitori e cittadini, se sia ammissibile una siffatta interruzione di questo importante pubblico servizio per interessi di bottega, ed ancora, se sia possibile che la Pubblica Amministrazione, pur avendo accertato la distrazione di fondi destinati in un capitolo di spesa al pagamento di un servizio di assistenza a soggetti svantaggiati per garantire il diritto allo studio sancito dalla costituzione accetti che quegli stessi fondi di quel capitolo siano stati impiegati per altri fini, pur onorevoli che fossero. Facciamo un appello, dunque, a tutte le parti in causa perché prevalga il buon senso, si mettano da parte gli egoismi e si metta al centro il DIRITTO ALLO STUDIO e LA PERSONA con le sue fragilità ed esigenze».

Ma la FILCAMS CGIL Trapani non ci sta e risponde che «L’unico soggetto, responsabile e inadempiente, è la cooperativa e non altri».