Angela Stefani non è scomparsa volontariamente da Salemi, il 5 febbraio di quest’anno, ma è stata uccisa.
I Carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo hanno dato esecuzione, stamattina, all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Procura della Repubblica di Marsala, dal gip di Marsala, nei confronti del 47enne Vincenzo Caradonna, originario di Salemi.
L’uomo, ex compagno della Stefani, è accusato di omicidio volontario, distruzione e occultamento di cadavere e detenzione di ordigni esplosivi.
A denunciare la scomparsa della donna erano stati il figlio e l’ex marito. L’abitazione che condivideva con Caradonna era stata esaminata dai carabinieri del Ris e l’uomo era stato già indagato a piede libero. In due occasioni, però, non si era presentato davanti al pm per l’interrogatorio.
L’imponente macchina delle ricerche, coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala in sinergia con la Prefettura di Trapani, ha interessato vaste aree urbane e rurali, compresi laghi, fiumi e pozzi della campagna salemitana e dei comuni vicini.
Per le operazioni di ricerca, i Carabinieri si sono avvalsi dei cani molecolari addestrati nella ricerca di persone scomparse, del supporto aereo degli elicotteri dell’Armacon – che hanno battuto circa 300 ettari di terreno – dell’intervento di squadre specializzate dei Vigili del fuoco di Trapani con cui sono stati ispezionati oltre venti pozzi, di volta in volta segnalati e ritenuti di interesse per il ritrovamento del corpo.
Parallelamente i carabinieri del Ris di Messina e della compagnia di Mazara del Vallo – su disposizione della Procura della Repubblica di Marsala – hanno effettuato minuziosi controlli dei luoghi frequentati dalla donna prima della sua scomparsa, tra questi le abitazionidi via Verga e di contrada Baronia nelle quali la donna aveva vissuto insieme a Vincenzo Caradonna. Entrambi gli immobili, infatti, sono stati posti sotto sequestro per consentire al personale specializzato di effettuare gli accertamenti tecnico-scientifici.
Durante le indagini sono state ascoltate dall’Autorità giudiziaria di Marsala e dai Carabinieri numerose persone che hanno permesso di riscostruire le ultime ore di vita della donna e che hanno messo in evidenza la personalità violenta di Caradonna. Massiccia l’attività tecnica svolta con intercettazioni ambientali e telefoniche, e sistemi di videosorveglianza, rivelatesi anche esse preziose.
Per quanto concerne il sopralluogo giudiziario, determinante si è rivelato il lavoro svolto dai Ris che si sono avvalsi delle più moderne tecniche di esaltazione e repertamento delle tracce di sangue. In particolare, all’interno di un immobile in cui Caradonna viveva con la donna scomparsa, è emerso come vi fosse stato un grossolano tentativo di bonificare l’ambiente del soggiorno, essendo state ripulite alcune zone presumibilmente interessate dall’evento violento.
Grazie all’utilizzo del luminol sono stati esaltati numerosi dettagli e repertate molteplici tracce ematiche appartenute alla donna scomparsa.
Grazie all’impiego della BPA – Bloodstain Pattern Analysis – i Ris sono riusciti a ricostruire la dinamica dell’evento delittuoso, i punti di impatto che hanno originato quelle macchie e le traiettorie percorse dalle stesse.
In tal senso, è stato possibile stabilire che in quell’ambiente si era consumata un’aggressione violenta, a seguito della quale Angela Stefani avrebbe riportato gravi ferite con perdita di sangue. Sarebbero almeno sei i colpi inferti alla donna.
Ulteriore fattispecie di reato contestata a Caradonna nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Marsala, è la detenzione di ordigni esplosivi artigianali, da lui stesso costruiti e rinvenuti dai carabinieri della stazione di Salemi nella sua abitazione al momento della perquisizione della casa dopo la denuncia di scomparsa.
Dopo le formalità di rito, Vincenzo Caradonna è stato condotto alla Casa Circondariale di Trapani.