Protesta, stamane, alla Casa circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani dove i detenuti del reparto Mediterraneo sono saliti sul tetto del padiglione detentivo. La scintilla scatenante è stata la sospensione, in ottemperanza ai provvedimenti assunti dal governo per contrastare la diffusione del coronavirus, delle visite con i familiari fino al prossimo mese di maggio.
Nei giorni scorsi i familiari, in modo pacifico, avevano manifestato fuori il carcere contro la misura che li priva della possibilità di incontrare i propri cari.
Della situazione a livello nazionale – con le proteste anche molto violente in diverse carceri della Penisola e undici detenuti morti – ha parlato Maurizio Macaluso nella sua intervista, realizzata poco prima che scoppiasse la protesta, al segretario regionale della UILPA Polizia Penitenziaria Gioacchino Veneziano
Intorno alle 14 i circa 200 detenuti hanno preso il possesso della struttura e sono riusciti a salire sul tetto.
Sul posto sono giunti due elicotteri, uno della Polizia e uno dei Carabinieri, il prefetto, il questore, i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza di Trapani. Fuori i parenti C gran voce chiedevano indulto e libertà.
Sono anche state date alle fiamme lenzuola e coperte il cui fumo era ben visibile dall’esterno. Alcuni di loro impugnavano dei bastoni.
Aggiornamento delle ore 18.30
È rientrata, senza la necessità di ricorrere all’uso della forza, la protesta detenuti alla Casa circondariale di Trapani. Non si segnalano feriti né tra i detenuti né tra poliziotti penitenziari e altre forze dell’ordine.
Al momento in cui scriviamo poliziotti e carabinieri in tenuta da ordine pubblico che si trovavano all’esterno del carcere stanno lasciando le postazioni. L’area resterà comunque presidiata fin quando sarà necessario.