Ritrovato il relitto del peschereccio “Nuova Iside” [VIDEO]

La lunga ricerca del peschereccio “Nuova Iside” — scomparso nelle acque del Mar Tirreno nella notte fra il 12 ed il 13 maggio — è terminata: il relitto è stato individuato dal cacciamine “Numana” della Marina Militare grazie ai sofisticati strumenti – particolari sensori hi-tech – in dotazione. Il peschereccio si trova ad una distanza di poco superiore a trenta miglia dalla costa, nelle acque del Palermitano.

Gli esperti militari a bordo del “Numana” sono certi del ritrovamento poiché hanno potuto leggere il nome “Nuova Iside” scritto su una fiancata dell’imbarcazione. Il Comando Subacquei e Incursori della Marina ha utilizzato un veicolo filoguidato che ha realizzato immagini che potranno essere utili alla ricostruzione della dinamica dell’inabissamento del peschereccio che aveva a bordo tre persone. Nel corso delle prime ricerche sono stati ritrovati i cadaveri di Matteo Lo Iacono (53 anni) e del nipote Giuseppe Lo Iacono (33 anni) ma non quello del 27enne Vito Lo Iacono (figlio di Matteo).

Il peschereccio era partito dal porto di Terrasini e navigava fra le acque del Trapanese e quelle del Palermitano prima di non dare più alcun segnale. Adesso il ritrovamento dell’imbarcazione, a circa 30 miglia a nord di Palermo, è un nuovo passo avanti nella ricostruzione della complessa e delicata vicenda oggetto di un’inchiesta giudiziaria che vede quattro persone iscritte nel registro degli indagati tra cui il comandante della petroliera “Vulcanello” e il dirigente della società “Augustadue”.

Secondo le indagini della Procura di Palermo, in particolare dall’analisi del tracciato del radar, la “Vulcanello” sarebbe stata sulla stessa rotta del peschereccio “Nuova Iside”. Per comprendere quello che è accaduto occorre attendere i risultati dell’accertamento tecnico irripetibile effettuato dal Ris dei Carabinieri sulla petroliera che si trova sotto sequestro al porto di Augusta. Le ipotesi di reato su cui indaga la Procura di Palermo sono omicidio colposo e omissione di soccorso.
La ricostruzione più accreditata, al momento, è che non ci sia stata una collisione tra i due mezzi ma che la petroliera, passando molto vicina al peschereccio e ad una velocità sostenuta (12 nodi) possa aver generato un’onda che lo abbia fatto capovolgere e quindi affondare.

GUARDA LE IMMAGINI SUBACQUEE DEL RITROVAMENTO

Ornella Fulco

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