Riscossione Sicilia non rimborsa contribuente trapanese, condannata da Cassazione

La Corte di Cassazione e la Commissione Tributaria Regionale della Sicilia hanno censurato Riscossione Sicilia per una serie di comportamenti illegittimi e di inadempimenti nei confronti di un cittadino che era stato ingiustamente raggiunto da provvedimenti di iscrizione ipotecaria e fermo amministrativo.

Il suo legale di fiducia, l’avvocato trapanese Gino Bosco, dopo aver impugnato vittoriosamente in primo grado tutti i provvedimenti di Riscossione Sicilia dinanzi al Tribunale di Trapani e alla Commissionea Tributaria di Trapani (annullamento dell’ipoteca e del fermo, dei ruoli e delle cartelle esattoriali) ha ulteriormente ottenuto ragione su Riscossione Sicilia che aveva proposto appello in Commissione Regionale che ha poi condannato l’Ente anche a pagare le spese di lite.

Divenute definitive le sentenze di primo e secondo grado, Riscossione Sicilia ha continuato ad essere inadempiente non procedendo ai dovuti rimborsi e allora il legale ha proposto giudizio di ottemperanza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale che ha accolto ancora il nuovo ricorso affermando che “Riscossione Sicilia non ha pagato immotivamente e con mala fede” e condannando l’ente alle spese di lite.

Riscossione Sicilia ha impugnato in Cassazione la sentenza di ottemperanza e la Corte di Cassazione, con sentenza dello scorso 23 maggio, ha rigettato il ricorso per inammissibilità ex art.366 c.p.c. giungendo ad affermare la responsabilità aggravata di Riscossione Sicilia con condanna al risarcimento del danno ex art.96, comma 3, c.p.c. (per aver resistito in giudizio senza la exacta diligentia imposta dal giudizio) e al pagamento delle spese di lite.

Adesso Riscossione Sicilia dovrà rifondere il contribuente trapanese di tutte le spese di lite e di tutti i danni patrimoniali e morali subiti nel corso degli anni a causa dell’inadempimento ritenuto illegittimo dalla Suprema Corte.

L’avvocato Bosco preannuncia che saranno presentate contro l’Ente di riscossione, oltre alle azioni di danni, anche dettagliati esposti dell’accaduto alla Procura Generale della Corte dei Conti per tutti i possibili profili di danno erariale, alla Procura della Repubblica per i possibili profili di reato, al Ministero delle Finanze e all’Agenzia delle Entrate per la manifesta inosservanza del Codice del Contribuente, “inapplicato – dice – in danno del contribuente dalla sua emanazione e che sembra rimasto ormai solo un bellissimo ‘inno cartaceo’0ai diritti degli Italiani”.