Potrebbe cessare a giorni l’emergenza rifiuti nei comuni della Sicilia occidentale che, fino al febbraio di quest’ann, avevano conferito i rifiuti organici nel’impianto di compostaggio della Sicilfert a Marsala.
Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Marsala, accertato che l’azienda ha ottemperato a tutte le prescrizioni imposte per evitare possibili rischi di inquinamento, ha infatti firmato il dissequestro dell’impianto al quale, lo scorso 24 febbraio, i Carabinieri avevano apposto i sigilli in esecuzione di un provvedimento della Procura di Marsala che ha ipotizzato i reati di inquinamento ambientale e attività di gestione rifiuti non autorizzata.
Esprimendo “soddisfazione” per la decisione del gip, i legali della Sicilfert, gli avvocati Diego e Massimiliano Tranchida, affermano che “il dissequestro conferma che la Sicilfert non è un ecomostro”. Lo scorso 5 giugno, lo stesso magistrato aveva firmato un dissequestro a “condizioni”, cioè imponendo una serie di prescrizioni al titolare dell’azienda, realizzata qualche decennio addietro trasformando i locali dell’ex cantina sociale vinicola Maimone.
Il definitivo dissequestro è stato disposto con parere favorevole dell’amministratore giudiziario. L’unico problema da risolvere resta quello dell’aumento del limite di capienza massimo dell’impianto. In questi mesi, diverse amministrazioni comunali della provincia di Trapani sono state costrette ad inviare i rifiuti organici anche fuori dalla Sicilia (Campania e nord Italia), con notevole aggravio di costi di trasporto.
(ANSA)
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