“Nella sua delirante replica il ducetto di Trapani, Giacomo Tranchida, continua pervicacemente a sostenere, contro ogni evidenza, la bontà della scellerata scelta di cui oggi i cittadini del Comune di Erice sono chiamati a sobbarcarsi il gravoso peso.
Si fa addirittura vanto della sua incapacità di cambiare opinione, senza comprendere quanto questo sia tutt’altro che segno di intelligenza”.
Con queste parole, Maurizio Miceli, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia rimanda al mittente le polemiche espresse da Giacomo Tranchida. Miceli è stato apostrofato dal primo cittadino “eterno candidato sindaco coniglio a Trapani”.
“Sostiene che la scelta di ridurre il contributo al Consorzio universitario fu corretta – continua Miceli nella sua nota -, perché nonostante i molti fondi di cui questo ha sempre avuto la disponibilità la sua attività non si è tradotta in significative ricadute occupazionali, cosa che dimostrerebbe il cattivo impiego del denaro pubblico, e che tuttavia è vero che mancano infrastrutture di supporto all’attività del Consorzio, ed è per questo che la sua amministrazione, pur avendo deciso di ridurre i fondi ad essa destinati, si è comunque impegnata in modo deciso per la realizzazione di un campus alle spalle della sede dell’Università. Invero non si comprende perché mai il Comune di Erice abbia a suo tempo sostenuto il progetto per la realizzazione di un campus per l’Università se poco tempo prima aveva deciso di disimpegnarsi dal finanziamento alla stessa. È una palese contraddizione che lascia spazio al dubbio che i motivi effettivi dietro al sostegno al progetto del campus fossero del tutto diversi dalla volontà di sostenere gli studi universitari a beneficio della collettività”.
Il rappresentante di Fratelli d’Italia, poi, si focalizza su quelli che sono, secondo lui i problemi del polo universitario trapanese.
“Quanto alla valutazione della formazione universitaria a Trapani, la stessa andrebbe fatta sulla base della carriera dei suoi ex-studenti, a prescindere dal fatto che lavorino nel nostro territorio oppure altrove, mentre la mancanza di sbocchi occupazionali nel Trapanese dipende com’è noto essenzialmente dalla mancanza di investimenti, vero punto dolente dell’economia di tutto il Meridione, cosa in merito alla quale è però la Politica a dovere dare risposte non certo l’Università, e Tranchida è da oltre trent’anni un protagonista della politica trapanese ma quanto a investimenti a referto possiamo rilevare la famigerata pista ciclabile, un po’ di rotatorie, qualche marciapiede e molti proclami, da ultimo quelli sull’assurdo progetto del sottopasso di Via Marsala. Davvero pochino per sostenere lo sforzo produttivo”.
Infine un ultima stoccata a Tranchida: “Le considerazioni del ducetto in punto di diritto non meritano alcun commento, tale è la loro inconsistenza. Mi limito a rimandarlo alla lettura della sentenza cui ha dato causa e ai consigli della pletora di consulenti di cui, forse proprio per sopperire alla storica carenza di sbocchi occupazionali nel territorio, si è sempre circondato.
Scadendo come sempre nel personale mi dà dell’“eterno candidato Sindaco coniglio”, ma non coglie nel segno perché candidato Sindaco non lo sono mai stato, al contrario la patente di eternità e di ubiquità spetta a lui che distribuisce la sua incompetenza di comune in comune. La presente replica giunge dopo molte incertezze sulla sua opportunità, data la pochezza degli argomenti che è destinata a fronteggiare, tuttavia sono consapevole di non potermi sottrarre al dibattito pubblico, nella speranza di contribuire a risollevare la comunità dall’infausta condizione in cui i modesti figuranti che oggi dominano la scena politica cittadina l’hanno precipitata”.
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