“Se veramente sarà confermata, la richiesta di proroga che il Governo avrebbe avanzato in Europa sarà l’ennesima prova che, invece di voler aiutare le imprese, si fa di tutto per farle chiudere soprattutto in questo momento”. Lo afferma, senza mezzi termini, Rosario Ferrara, presidente di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Trapani a proposito della richiesta di proroga dello split payment chiesta a Bruxelles.
“Se questo è lo spirito che anima il Governo negli Stati generali dell’Economia che si aprono domani allora non c’è da stare tranquilli”, commenta Ferrara che prosegue: “Sono anni che ci battiamo per l’eliminazione di una norma ingiusta che drena 2,5 miliardi all’anno alle imprese con la scusa che si vuole combattere l’evasione: balle! Serve solo per fare cassa e subito a danno di tante imprese oneste”.
Il meccanismo dello split payment prevede che le pubbliche amministrazioni, o altri soggetti obbligati, versino direttamente all’Erario l’Iva dovuta per i lavori effettuati mentre l’impresa continua a pagare l’imposta per l’acquisto di beni e servizi. Ciò comporta un drenaggio di liquidità a danno delle imprese di costruzioni che, a livello nazionale, vale intorno ai 2,5 miliardi di euro: le imprese finiscono così per trovarsi in una continua situazione di credito Iva nei confronti dello Stato.
Dalla Ance sottolineano come con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica, che consente di controllare in modo capillare i versamenti, sia venuta meno anche la motivazione originaria che aveva indott cinque anni fa il legislatore ad adottare questa misura che peraltro, a detta di Bruxelles, doveva e poteva avere solo carattere temporaneo.
Inoltre, visto che l’Italia è fanalino di coda dell’Ue per il rimborso dell’Iva (63 settimane di media contro quella europea che è di 16) significa che le imprese dovranno aspettare anni per riavere il proprio credito.
“E’ evidente che si vuol far pagare ancora una volta alle imprese i costi sostenuti dallo Stato: con una mano ci danno liquidità, peraltro in tempi lunghi e in modo non efficiente, e con l’altra ce la tolgono subito. Una decisione – continua il presidente di Ance Trapani – che appare del tutto in contrasto con quanto previsto anche nei programmi elettorali delle forze di maggioranza e dal Premier stesso in tutte le occasioni pubbliche e di fronte alla quale non siamo disposti a stare con le mani in mano”.
Per le imprese che stanno affrontando con coraggio questa durissima crisi rappresenterebbe infatti “una mazzata finale ingiustificata e peraltro illegittima. Mi chiedo – conclude Ferrara – come l’Europa potrà approvare l’ennesima proroga di una misura che doveva già essere accantonata da tempo: di questo passo non resterà in piedi un’impresa in grado di costruire infrastrutture”.
Della problematica sono stati interessati deputati e senatori della provincia di Trapani.