Il Consiglio comunale di Marsala ha votato favorevolmente il recesso dal progetto “AcquaSal” che doveva essere realizzato nello Stagnone di Marsala.
L’iniziativa, per il cui finanziamento il Comune di Marsala aveva richiesto alla Regione Siciliana 1 milione e 200 mila euro, era stato presentato dal sindaco Alberto Di Girolamo come un’opportunità “di grossa rilevanza ambientale con positive ricadute sullo Stagnone grazie agli interventi programmati e condivisi con diversi Enti e Istituzioni”.
Il progetto prevedeva diverse attività da realizzare nelle prime vasche delle saline (“fridde”) e all’interno di Villa Genna. In particolare, si intendeva “contribuire allo sviluppo economico del territorio attraverso la valorizzazione di attività produttive sostenibili tradizionali (sale e pescicoltura) e innovative (acquacoltura multitrofica no-food: alghe e micro alghe) con un’attenzione alla conservazione dell’ecosistema e delle tradizioni locali, alla formazione di tecnici per l’acquacoltura sostenibile e all’educazione ambientale. Era prevista anche la realizzazione di un incubatoio per avviare un ripopolamento della laguna e un censimento delle specie acquatiche presenti per produrre una “carta ittica” che ne regolamentasse la conservazione. Nel progetto “AcquaSal” era inserita anche l’istituzione di un Centro della biodiversità all’interno di Villa Genna, l’antica struttura che si affaccia sulla laguna.
Il progetto, però, aveva provocato diverse perplessità e, per fugare i dubbi emersi e chiarire determinati aspetti dell’iniziativa, era presente in Aula – assieme all’assessore Rino Passalacqua – il professore Andrea Santulli, dell’Università di Palermo, che ha illustrato tecnicamente il progetto, rispondendo alle molte domande dei consiglieri. Al termine del dibattito, la votazione: 16 favorevoli al recesso, due contrari e quattro consiglieri astenuti.
E’ passata, così, la mozione già illustrata dal consigliere Daniele Nuccio (primo firmatario), e sottoscritta dai consiglieri Galfano, Sinacori, Coppola, Piccione, Rodriquez, Cordaro, Arcara e Milazzo. L’iniziativa sperimentale vedeva assieme l’Università di Palermo (Istituto di Biologia Marina), il Libero Consorzio quale Ente gestore della Riserva, il GAL Elimos e il FLAG.
Diversi consiglieri hanno sollevato perplessità sulla priorità del progetto (“lo Stagnone necessita di ben altri interventi, a partire da quello per la sua ossigenazione”), dubbi che possa essere invasivo (“si può compromettere il delicato equilibrio della Laguna, pregiudicandone la candidatura all’Unesco”), richiedendo chiarimenti (“incertezza sul suo sviluppo al termine della fase sperimentale, sui risvolti commerciali dell’iniziativa che si svolge in un’area privata”) e manifestando il timore di risvolti negativi per gli uccelli migratori (“distruzione dei nidi, allontanamento di cormorani, gallinelle e fenicotteri”).
Oggetto di interrogativi anche le modalità di assegnazione delle somme messe a disposizione dalla Regione, sui cui ha fornito chiarimenti l’assessore Passalacqua. Lo stesso, a più riprese, aveva evidenziato che il Comune di Marsala aveva partecipato ad una “manifestazione di interesse” pubblicata dal Dipartimento regionale della Pesca Mediterranea con il finanziamento proveniente da fondi europei destinati allo sviluppo della pesca e dell’acquacoltura.
Nel corso del lungo dibattito in Aula, comunque, il leitmotiv degli interventi dei consiglieri è stato il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale in un progetto che si vuole sviluppare in un luogo – qual è lo Stagnone – che vuole maggiore attenzione e rispetto. Al termine, la votazione sulla mozione e la sua approvazione a maggioranza.