“Io questo male non l’ho fatto, in questo sacrilegio nei confronti di Nicoletta Indelicato non c’entro nulla, la responsabilità è soltanto di Carmelo Bonetta”.
È tornata a ribadire la sua innocenza, oggi, nell’udienza del processo a suo carico, la marsalese Margareta Buffa, accusata dell’omicidio dell’amica Nicoletta Indelicato avvenuto nel marzo del 2019.
Il dibattimento davanti alla Corte d’Assise di Trapani, presieduta da Daniela Troja, è ormai giunto alle sue fasi finali. Oggi l’udienza è stata dedicata, nella prima parte, all’acquisizione della nuova perizia disposta per la trascrizione di alcune conversazioni tra l’imputata e Bonetta intercettate all’interno della caserma dei Carabinieri di Marsala dove i due erano stati convocati. Intercettazioni che escluderebbero, nelle parole di Bonetta, la responsabilità di Margareta Buffa nell’omicidio.
Una responsabilità che l’uomo, già condannato a 30 anni di carcere con il rito abbreviato per l’uccisione della giovane, continua ad addossarsi in alcune lettere inviate dal carcere a Margareta Buffa e che la difensora dell’imputata, l’avvocata Ornella Cialona, ha presentato nell’udienza di oggi chiedendone l’acquisizione. L’uomo esprime il suo rammarico all’amica per averla coinvolta nella vicenda di cui si dice essere l’unico responsabile.
“Mi dispiace se le mie parole potranno urtare la sensibilità della famiglia Indelicato – ha detto all’inizio delle sue dichiarazioni spontanee l’imputata, ascoltata in videoconferenza dalla Casa circondariale di Agrigento dove si trova detenuta – , con la famiglia di Nicoletta c’era un rapporto di stima, ed io avevo avvertito i genitori che la figlia si trovava in qualche brutta situazione, avevo chiesto aiuto per lei, ma non sono stata ascoltata. Lei scappava dalla sua famiglia perché si sentiva soffocare – ha proseguito l’imputata – aveva le chiavi della mia casa e della mia auto, io ho fatto tutto il possibile, mi sono esposta ad una realtà difficile, volevo aiutarla ma la responsabilità delle sue azioni era diventata per me sola troppo pesante. Sono stata accusata di una cosa che non sta né in cielo né in terra. Mi fa male essere considerata un’assassina. Se il padre non avesse detto solo ‘provvederemo’, se il fratello non avesse minimizzato, avrei avuto il loro supporto per aiutarla. Io sapevo di essere un punto di riferimento per lei, nel bene e nel male, e anche per Bonetta, e mi sono trovata in mezzo a loro due. Io tutto quello che ho fatto l’ho fatto consapevolmente, io non volevo una famiglia, non volevo dipendere da un uomo, cercavo solo la mia indipendenza economica e, lo ripeto, non avevo bisogno di avere soldi da Nicoletta, avevo un reddito, lavoravo”.
E proprio sulla questione della disponibilità economica dell’imputata si è incentrata una delle richieste della sua legale che ha chiesto e ottenuto dalla Corte l’acquisizione dell’estratto conto previdenziale Inps, dal 2017 al 2019, riguardante Margareta Buffa da cui risulta la sua retribuzione. Rigettata, invece, dalla Corte la richiesta di chiamare a testimoniare un avvocato che Buffa aveva incaricato di attivarsi per rintracciare la sua famiglia di origine. La ragazza, infatti, come si ricorderà, è di origine rumena ed è stata adottata da bambina, così come Nicoletta Indelicato, da una famiglia marsalese. L’udienza è stata anche sospesa per alcuni minuti dopo il malore della madre di Nicoletta Indelicato che ha detto alla presidente: “Non ce la faccio più a sentire tante bugie sul conto di mia figlia, se Margareta voleva davvero aiutarla perchè non è andata dai Carabinieri?”.”Non possiamo parlare di eccezioni processuali se c’è una donna, una mamma che sta male, non ci si può chiedere questo cinismo”, ha detto la presidente della Corte d’Assise.
I giudici si sono pronunciati anche sulla richiesta dell’avvocato di parte civile, Giacomo Frazzitta, che chiedeva di acquisire il contenuto di un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano on-line Tp24 in cui Margareta Buffa risponde ad alcune domande fattele pervenire tramite la sua avvocata. Il legale contestava la violazione dell’articolo 18 dell’Ordinamento penitenziario e chiedeva sia la trasmissione dell’articolo giornalistico alla Direzione del carcere di Agrigento, per gli eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti della detenuta, sia di acquisire le dichiarazioni in esso contenute agli atti del processo. Entrambe le richieste non sono state accolte dalla Corte.
La prossima udienza si svolgerà il 18 gennaio con la requisitoria dell’accusa mentre nelle due successive udienze, previste per il mese di febbraio, sarà la volta delle parti civili e della difesa. Il 15 febbraio, dopo eventuali repliche della pm, la Corte si ritirerà in camera di consiglio per la decisione.
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