Nuova udienza, stamane, davanti alla Corte d’Assise di Trapani presieduta da Daniela Troja, per l’omicidio di Nicoletta Indelicato avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 marzo del 2019 a Marsala. ll cadavere semi carbonizzato della 25enne venne poi ritrovato dai Carabinieri in un vigneto di contrada Sant’Onofrio, nelle campagne marsalesi.
Ad essere sentito come testimone, assistito dal suo avvocato Natale Pietrafitta e in videoconferenza dalla Casa circondariale di Trapani dove è rinchiuso, è stato Carmelo Bonetta, reo confesso e imputato nel processo che si svolge, in parallelo, con il rito abbreviato davanti al Tribunale di Marsala. L’uomo, infatti, nel corso dell’udienza dello scorso 16 dicembre era stato colto da una crisi di nervi che aveva richiesto l’intervento del 118 e il ricovero in ospedale.
Nella prima parte dell’udienza, a cui era ammessa la stampa, Bonetta ha ricostruito, rispondendo alle domande del pubblico ministero, le fasi che hanno preceduto e seguito l’omicidio. Dopo il delitto i due si sono fermati sul ponte Mazaro per sbarazzarsi del coltello utilizzato: “Dall’auto – ha detto l’uomo nell’udienza di oggi – sono sceso solo io e ho gettato l’arma nel fiume”. “Ci siamo fermati di nuovo, tra Mazara del Vallo e Campobello di Mazara, per disfarci dei vestiti sporchi di sangue che erano stati sistemati in un sacco. Dall’auto siamo scesi tutti e due, Margareta ha messo il sacco accanto ad un palo della luce e gli ha dato fuoco, utilizzando il liquido infiammabile che era dentro la stessa bottiglia usata per bruciare il corpo di Nicoletta. Siamo risaliti in macchina e siamo andati via per lavarci e a cambiarci gli indumenti – ha proseguito Bonetta – e poi ci siamo recati a Castelvetrano per andare a ballare all’Area 14. Durante il tragitto non abbiamo parlato di nulla, pensavamo solo a divertirci”. I due sono rimasti a ballare fino alle 4.30 e prima di rincasare hanno fatto colazione in un bar di Strasatti.
Carmelo Bonetta ha anche riferito che, l’indomani Buffa si era presentata a casa sua chiedendogli di aiutarla a lavare la sua auto con la candeggina. L’imputata era di casa nell’abitazione dell’uomo perchè – come ha riferito lui in udienza – vi si recava spesso e restava anche a dormire con lui. Nell’occasione la giovane avrebbe cercato di riporre nell’armadio della sua camera da letto un sacchetto con alcuni effetti personali di Nicoletta Indelicato, un braccialetto e il cellulare, ma la madre di Carmelo l’avrebbe vista e glielo avrebbe impedito. “Poi – ha detto Bonetta – non so che fine abbia fatto fare a questi oggetti”.
Bonetta ha confermato che, incontratisi nella sala d’aspetto della Caserma dei Carabinieri di Marsala, dove erano stati convocati nei giorni successivi dagli investigatori, Margareta Buffa avrebbe pronunciato la frase, già inserita agli atti perchè oggetto di intercettazione, “Voglio uscire da qui con la mia vita e la mia auto” e gli avrebbe intimato di non fare ritrovare il corpo della giovane uccisa.
“Margareta ha minacciato di lasciarmi – ha detto Bonetta provando a spiegare perchè facesse tutto quello che Buffa gli chiedeva – anche se io, dopo l’omicidio, avevo deciso che non volevo averci più nulla a che fare”.
Perchè avete ucciso Nicoletta? Ha chiesto la pm e Bonetta: “Io non avevo niente con lei, Margareta e Nicoletta litigavano spesso, cose tra donne, io non mi ci immischiavo”. Nell’udienza dello scorso 16 dicembre l’uomo aveva lanciato pesanti accuse contro Buffa: “Io ho colpito con un coltello Nicoletta tre volte dopo averle dato un pugno mentre il resto dei fendenti [ndr dodici coltellate in tutto] sono stati inflitti da Margareta che poi ha anche preso dalla sua auto la bottiglia con il liquido infiammabile e con un accendino ha appiccato il fuoco”.
L’accusa ha anche chiesto se le due ragazze avessero una relazione sentimentale e, sul punto, l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale dei genitori della vittima costituitisi parte civile nel processo, ha obiettato che questo tema era contrario al buon costume e che la seduta dovesse proseguire a porte chiuse ma la presidente Troja ha risposto che “l’omosessualità non nuoce al buoncostume” e ha fatto proseguire la deposizione. Bonetta ha risposto di non essere a conoscenza se tra le due giovani ci fosse più di un’amicizia.
Poi la domanda della pm se Margareta Buffa fosse coinvolta in un giro di prostituzione. Bonetta ha risposto che la giovane “faceva l’escort a pagamento”. L’accusa ha chiesto se fosse questo il motivo delle liti tra le due donne e Carmelo Bonetta ha risposto: “Margareta voleva mettere nel giro pure lei e Nicoletta, per avere qualche soldo in più in tasca, lo ha fatto”.
Un’affermazione rilasciata, lo ricordiamo, da un uomo sotto processo per omicidio, come lo è Margareta Buffa. Un’affermazione che non ha alcun riscontro oggettivo e che ha, comprensibilmente, assai turbato i genitori della vittima. Pronta la reazione dell’avvocato Giacomo Frazzitta che ha chiesto di procedere, per rispetto alla memoria e all’onorabilità della vittima, a porte chiuse.
I rappresentanti della stampa, a questo punto, hanno lasciato l’aula e l’udienza è proseguita con le domande rivolte a Bonetta dall’avvocato di parte civile e dalla legale di Margareta Buffa, l’avvocata Ornella Cialona. Sul movente dell’omicidio è tornato l’avvocato Frazzitta ma Bonetta si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere riguardo al contesto in cui sarebbe maturato il delitto. L’uomo, nel prosieguo della sua deposizione, avrebbe confermato che tra le due c’erano dei contrasti per questioni di tipo economico.
Da segnalare anche, durante una breve pausa, la frase che l’imputata ha rivolto ai genitori di Nicoletta Indelicato: “Non sono stata io”, episodio che ha indotto il legale di parte civile a chiedere maggiore sorveglianza sul comportamento di Buffa in aula.
Il processo a Margareta Buffa davanti alla Corte d’Assise di Trapani proseguirà il prossimo 3 febbraio mentre quello, con il rito abbreviato, a Carmelo Bonetta proseguirà il 7 febbraio con la requisitoria della pm e la conseguente decisione del giudice.