“Non lo accetto, non è giusto quello che ha fatto, non lo perdono”. Queste le parole, oggi, al Tribunale di Trapani, che Rosalia Gargano, madre di Carmelo Bonetta, ha avuto nei confronti del figlio. La donna è stata ascoltata come testimone nell’udienza del processo in Corte d’assise a carico di Margareta Buffa, accusata di aver ucciso, nel marzo 2019 la 25enne Nicoletta Indelicato.
Per lo stesso delitto è imputato, ma il suo processo si svolge con il rito abbreviato davanti al gup del Tribunale di Marsala, Carmelo Bonetta.
“A me questa ragazza che mio figlio portava a casa presentandola come sua fidanzata non piaceva – ha detto Gargano – ma lui ha 35 anni, era lui a doverci stare bene insieme non io. Non sapevo nulla di quello che facevano insieme, Carmelo non ci raccontava niente”.
Secondo la madre, Bonetta era cambiato da quando frequentava Margareta Buffa, era totalmente dipendente da lei per ogni decisione. La giovane lo riprendeva in continuazione, per ogni cosa, pure per il modo in cui mangiava o stava a tavola. “Lei a me non dava alcuna confidenza, io ho provato ad avvicinarmi ma lei non me lo permetteva, Carmelo era innamorato da morire di lei. Una volta l’ho visto anche piangere per lei, quando la notte di Capodanno se ne andò a Palermo, diceva per un lavoro, lasciandolo a casa”.
Quella sera del 16 marzo, era un sabato, i due sono usciti dopo che Margareta era giunta a casa Bonetta per prelevare Carmelo. “Lei era ben vestita, mi hanno detto che dovevano andare a parlare con il padre di lei che non accettava Carmelo, ricordo – ha detto Rosalia Gargano – che Margareta disse a mio figlio: questa volta mi devi dimostrare di avere gli attributi”.
La donna ha anche raccontato le circostanze in cui trovò tra gli abiti riposti nell’armadio del figlio, un cellulare e un bracciale. “Non li avevo mai visti – ha detto – e Margareta, che era presente, se li prese e se li portò via”.
Il lunedì Margareta Buffa si presentò a casa Bonetta e lavò la sua auto. “Doveva andare in caserma dai Carabinieri – riferisce Rosalia Gargano – e mi disse che, siccome era allergica alla polvere, l’auto doveva essere pulita”.
In quella circostanza la donna trovò una camicia rossa che non era quella che il figlio indossava quando era uscito il sabato sera. “Quella era una camicia da donna – ha detto la teste – era senza colletto e con dei bottoncini diversi, non era quella di mio figlio che, già dal giorno prima non aveva saputo darmi spiegazioni su dove fosse finita la sua quando gliel’avevo chiesta per lavarla. Io avevo visto – ha proseguito Gargano – che lui aveva inviato un messaggio a Margareta scrivendole: amore dobbiamo comprare una camicia rossa”.
“Carmelo era taciturno – ha raccontato la madre di Bonetta – io vedevo i Carabinieri andare e venire da casa nostra, Margareta che veniva convocata in caserma e gli chiedevo spiegazioni ma lui non mi diceva nulla, solo che aveva litigato con lei e che Margareta lo aveva lasciato. Se avete fatto qualcosa di male, gli dissi – ha ripetuto davanti alla Corte – vi schiaccio la testa a tutti e due”.
Anche se la ragazza frequentava la loro abitazione, nessuno della famiglia Bonetta sapeva con esattezza che lavoro facesse, la segretaria, la hostess di eventi: “Io non ho bisogno di soldi da tuo figlio, mi diceva lei – ha ricordato Rosalia Gargano – io li guadagno, è lui che deve cambiare, deve imparare a parlare, avere più educazione”.
Bonetta faceva saltuariamente lavori di diverso genere, per lo più in campagna, i soldi li dava alla famiglia ma teneva qualcosa per sé. “Da quando era fidanzato – ha detto la madre – non mi sentivo di chiederglieli, capivo che li utilizzava per le loro uscite”.
Il pomeriggio del lunedì, quando i due dovevano andare dai Carabinieri, Rosa Gargano ricorda di aver sentito dire a Margareta Buffa che Carmelo avrebbe dovuto dire quello che gli diceva lei, “perchè lui sbagliava a parlare”.
Due gli episodi da segnalare durante l’udienza, il richiamo all’ordine della presidente Daniela Troja all’imputata che, seduta accanto alla sua avvocata, non lesinava smorfie e sorrisini durante la deposizione di Rosalia Gargano, che è stata la prima teste della giornata ad essere sentita, e la successiva crisi di nervi con pianto – che ha richiesto l’intervento dei sanitari del 118 – di Margareta Buffa durante una breve sospensione dell’udienza decisa dalla presidente.
E proprio durante la pausa la madre di Bonetta ci ha detto: “Siamo una famiglia distrutta, non viviamo più, io mi sveglio la mattina e le giornate sono tutte uguali. La notte non dormo perché penso anche a quella madre che ha perso la figlia. Noi non li conosciamo ma gli abbiamo mandato a dire che ci dispiace. Chi conosce mio figlio non crede che sia stato capace di commettere il delitto. Lui, che se si tagliava un dito e vedeva goccia di sangue stava male”.
Sul banco dei testimoni si sono poi succeduti Margherita Bonetta, sorella di Carmelo, un giovane, anche lui rumeno e adottato come la vittima e l’imputata – legato all’episodio dei numeri di telefono di Nicoletta e del fratello scritti sul muro della stazione di Petrosino come una sorta di “inserzione pubblicitaria” per servizi sessuali – e il padre di Carmelo, Mario Bonetta.
L’uomo ha confermato che il figlio e Margareta Buffa litigavano spesso “lei lo richiamava su tutto, era autoritaria” e ha riferito che, alzatosi la mattina di domenica 17 marzo, li trovò che dormivano nella cucina dell’abitazione, Carmelo seduto alla sedia con la testa poggiata sul tavolo, Margareta sul divano. “Li svegliai – ha riferito alla Corte – perchè mio figlio doveva aiutarmi a caricare della legna. Lei, dopo essere andata in bagno, se ne andò”.
La prossima udienza del processo a Margareta Buffa si svolgerà il prossimo 2 marzo. Per quella data, salvo rinvii, dovrebbe essere già nota la sorte di Carmelo Bonetta su cui si pronuncerà il giudice del Tribunale marsalese.
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