Nuova udienza, stamattina, al Tribunale di Trapani, del processo a carico dell’ex sindaco ed ex deputato regionale trapanese Girolamo Fazio, accusato di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e traffico illecito di influenze.
Il procedimento si inserisce nell’ambito del troncone trapanese dell’operazione “Mare Monstrum” che, nel maggio 2017, fece emergere episodi di corruzione riguardanti gli appalti regionali per l’aggiudicazione dei servizi di trasporto marittimo gestiti dalla compagnia di navigazione Liberty Lines.
Davanti al presidente Enzo Agate, giudici a latere Nodari e Badalucco, sono sfilati stamane tre testimoni, tutti dipendenti della cantina vinicola Fazio Wines di cui l’imputato è comproprietario.
Le domande della difesa di Fazio, e della sostituta procuratrice Brunella Sardoni, si sono incentrate su due questioni, in particolare: quella relativa ad una vettura, una Mercedes GLA che, secondo l’accusa, sarebbe una delle “ricompense”, da parte dei Morace, per l’interessamento di Fazio negli affari della loro compagnia di navigazione, e quella riguardante una fornitura di vino alla compagnia della famiglia Morace da parte della Fazio Wines che secondo gli inquirenti sarebbe inesistente.
Nel primo caso i tre dipendenti della cantina ascoltati – un magazziniere, il responsabile della produzione e un’addetto all’amministrazione – hanno tutti confermato che la Mercedes non era abitualmente utilizzata da Girolamo Fazio e che tutti in azienda sapevano che doveva restare, coperta da un telo protettivo e al coperto, ferma. Solo nel caso di guasti alla sua vettura, un’Alfa 159, Fazio avrebbe utilizzato la Mercedes della cui manutenzione, come nel caso della batteria che si scaricava e inviava un apposito segnale di allarme in remoto, si occupavano tecnici incaricati dall’Ustica Lines. Peraltro Fazio, come riferito dai dipendenti, quando era stato necessario aveva concesso l’uso temporaneo della sua auto a qualcuno di loro mentre la Mercedes, pur trovandosi nella sede della cantina, non poteva essere usata da nessuno.
La discussione sulle forniture di vino alla compagnia di navigazione dei Morace oggi ha riguardato, in particolare, una fattura del 2012, relativa a 700 cartoni di vino Inzolia, nella quale gli investigatori hanno trovato discrepanze tra la copia in possesso della Fazio Wines e quella consegnata all’acquirente. Discrepanze – riguardanti la denominazione del prodotto e il quantitativo totale – che sono state giustificate dall’impiegato amministrativo ascoltato come teste, come un semplice errore di magazzino corretto successivamente con la produzione di una “nuova” copia della fattura da conservare negli archivi della cantina vinicola. A precise domande del difensore di Fazio, l’impiegato ha risposto che non si è trattato di una fattura per un’operazione inesistente né che si tratti di un documento falso. Secondo il dipendenti, inoltre, quei quantitativi fatturati alla compagnia di navigazione erano compatibili con gli abituali acquisti di vini che Ustica Lines effettuava, specie nel periodo delle festività natalizie, per farli inserire da un’enoteca trapanese nelle confezioni regalo che poi l’azienda distribuiva.
La pm Sardoni, però, gli ha contestato la discrepanza tra quanto aveva dichiarato ai Carabinieri in sede di indagine, nel 2017, e quanto ha affermato oggi in aula a proposito sia della tipologia di vino – “prodotti di linea”, già disponibili in magazzino mentre a suo tempo aveva parlato di prodotti da allestire per l’occasione – sia sui quantitativi – “nel verbale dei Carabinieri mi riferivo agli acquisti diretti da parte della compagnia di navigazione e non anche a tutti quelli effettuati tramite l’enoteca trapanese”.
Si è parlato anche delle somme che Fazio ha versato nelle casse della cantina sociale “Primavera” di cui era socio: si tratta di circa 80 mila euro che non sono stati mai rimborsati, ha detto il dipendente amministrativo, “perchè non ci sono mai state le condizioni per farlo, sono stati fondi utilizzati per il pagamento degli stipendi ai lavoratori”.
Prima della chiusura dell’udienza Girolamo Fazio ha chiesto di poter rendere dichiarazioni spontanee alla Corte sulla vicenda di due emendamenti presentati all’Ars che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati ideati per favorire i Morace nell’aggiudicazione dei bandi regionali siciliani per i collegamenti marittimi con le isole minori.
Si tratta della questione riguardante i requisiti che la Regione Siciliana intendeva utilizzare nei bandi e, in particolare, quelli dell’offerta più vantaggiosa e quello dell’età dei mezzi utilizzati nel servizio di trasporto. “Non sono, assolutamente, favori che avrei fatto ad Ustica Lines”, ha affermato l’ex sindaco ed ex parlamentare che si è avviato nella sua ricostruzione dei fatti ma ha dovuto interrompersi a causa della forte carica emotiva, tanto che il presidente Agate ha disposto qualche minuto di pausa per consentirgli di riprendersi.
“Il criterio dell’offerta più vantaggiosa, che avevo chiesto di introdurre nella legge regionale e, quindi, nei bandi – ha spiegato Fazio – è in linea con una specifica direttiva europea e con quanto stabilito a livello nazionale e anche da altre Regioni italiane sugli appalti pubblici”.
Si tratta di un criterio che nasce dall’esigenza di contemperare la necessità per le amministrazioni di ottenere un risparmio di spesa con quella di selezionare le offerte anche sul piano qualitativo.
“Ritirai l’emendamento – ha detto Fazio – su richiesta dell’assessore al ramo – perché, comunque il governo intendeva eliminare l’obbligo dell’offerta più bassa lasciando, quindi, spazio all’applicazione della normativa nazionale che già prevedeva l’adozione del criterio dell’offerta più vantaggiosa”.
“Quanto al criterio dell’età dei mezzi utilizzati nei servizi – ha proseguito Fazio – mi è sembrata un’ottima garanzia per gli utenti, sappiamo tutti che spesso, specie nei nostri territori, i mezzi utilizzati sono stati di pessima qualità a discapito dei cittadini. Quell’emendamento fu approvato in commissione e poi anche dall’Aula”.
Fazio e il suo difensore hanno annunciato che i contenuti integrali di quella seduta di Commissione saranno resi disponibili per i giudici nella prossima udienza con il deposito di un dischetto con le immagini dello streaming video della seduta e la trascrizione dei contenuti di tutti gli interventi. “Bastava – ha concluso Fazio – che si verificassero le registrazioni di quanto accaduto invece di affidarsi a dichiarazioni di alcuni”.
Nella prossima udienza, fissata per il 26 febbraio, saranno sentiti altri sei testimoni tra cui il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.