Era il primo maggio 1964 quando una gita in barca nella laguna dello stagnone di Marsala si trasformò in tragedia. A perdere la vita nel naufragio sedici ragazzi e un sacerdote durante una visita organizzata dai “Salesiani” nella laguna lilibetana.
L’escursione era stata programmata in occasione della festa di San Giuseppe dai padri salesiani per portare gli studenti di Marsala – che alloggiavano nella “Casa della Divina Provvidenza” – nella vicina Mozia. La carovana partí su tre piccole imbarcazioni dal Lido Marinella, alla volta dell’isola circa cento ragazzi accompagnati dai preti e dai chierici dell’Istituto. A bordo della “Giuseppe Maria” salirono trentaquattro ragazzi, forse un po’ troppi per quella piccola barca, infatti, una volta preso il largo – a causa dei movimenti dei giovani – l’imbarcazione iniziò a perdere la stabilità e ad imbarcare acqua.
Il natante si capovolse e gli studenti che si trovavano sul lato destro finirono sotto l’imbarcazione, gli altri in mare. Cercarono di resistere, di aiutare i compagni a mettersi in salvo ma, purtroppo, sedici giovani e un sacerdote persero la vita.
Oggi ricorre il cinquantaseiesimo anniversario del triste evento e anche durante questo periodo di isolamento, l’Amministrazione comunale di Marsala ha voluto commemorare e rivolgere un pensiero alle vittime di quella disgrazia consumatasi al largo dell’isola di Mozia.
“Oggi avremmo voluto riunirci per ricordare – afferma il sindaco Alberto Di Girolamo – ma le restrizioni di questo periodo emergenziale lo vietano. Sono certo che avremo occasione di farlo istituzionalmente, e ricordare quella infausta giornata che addolorò le famiglie di quei giovani, la nostra città e l’Italia”.