La notizia dell’individuazione in Sicilia di quattro aree (tra cui una nel territorio di Trapani e un’altra in quello di Calatafimi Segesta) potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi, continua a provocare le reazioni negative della politica e dei sindacati.
“Indubbiamente, visto la geografia e la geologia che caratterizza la nostra Provincia, appare evidente che le zone individuate non rispondano ai 28 parametri richiesti nel 2014 – affermano i rappresentati del Partito Democratico della provincia – , i quali prevedono che questi depositi vengano costruiti lontano da aree vulcaniche, sismiche, soggette a frane ed inondazioni. Comprendiamo la necessità di dotarsi di questi depositi, ma tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, come quelli della nostra Provincia, in cui le principali risorse a sostegno dell’economia sono il turismo e l’agricoltura. Non indietreggeremo un passo: come Unione Provinciale del PD ci impegneremo, attraverso tutti i rappresentanti del Partito Democratico in ogni sede (Comunale, Regionale e Nazionale) per tutelare la salute dei cittadini e dei nostri territori”.
Valentina Villabuona, presidente dell’Assemblea provinciale PD e Rosario Vivona, segretario del PD di Calatafimi, invece, intervengono singolarmente. “Non è la prima volta che questa zona è interessata da questo tipo di operazioni, ricordiamo il progetto di Gallitello dove doveva sorgere un impianto privato di smaltimento rifiuti, in una zona che è di fatto il “granaio di Calatafimi” e che avrebbe distrutto le colture biologiche e messo in ginocchio l’agricoltura della zona. Seppure capiamo la necessità che ha l’Italia di dotarsi di questi depositi, tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, ricordiamo solo che nel territorio di Calatafimi ci sono boschi naturali come quello di Angimbé unici in Sicilia. Questo impianto non sarà mai realizzato, perché ci impegneremo attraverso i rappresentanti del Partito Democratico affinché le zone siciliane vengano riviste, rispettando i parametri indicati e che certamente non possono riguardare un territorio come quello di Calatafimi Segesta”.
“Dal governo Conte un colpo basso nei confronti della Sicilia – afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea Regionale Siciliana – con un’azione di soppiatto che oggi individua la nostra regione quale sito per il deposito di rifiuti radioattivi. Niente di più grave poteva inaugurare l’anno, dopo mesi di ansie e preoccupazioni a causa della pandemia. La Sicilia non sarà mai una terra dei fuochi come la vorrebbe questo governo che ha fatto elaborare ad una società di Stato, la Sogin, la mappa dei siti dove allocare le scorie radioattive. Sono certa che si leverà una protesta di tutti i siciliani per dire no a questa follia. Se serve proporrò l’indizione di un referendum regionale per far sentire il no unanime dei cittadini contro tale ipotesi. Sorprende che questo piano sia stato elaborato in sordina, senza alcun coinvolgimento dei territori. Per di più l’individuazione dei siti mostra la totale noncuranza delle specificità dei luoghi, Trapani è una città d’arte che si candida a Capitale italiana della cultura per il 2022; Calatafimi Segesta è città dove insiste una delle più importanti aree archeologiche della Sicilia con il tempio e il teatro greco visitati da turisti di tutto il mondo. Nella stessa area sono presenti preziose acque termali su cui bisogna costruire il futuro economico di tutto questo territorio; Castellana Sicula è la porta naturale del Parco delle Madonie, area protetta a ridosso degli impianti sciistici di Piano Battaglia e luogo di coltivazioni biologiche come i grani antichi e il pomodoro siccagno, che per la salubrità dell’aria e del sottosuolo, hanno conquistato i mercati internazionali; Petralia Soprana è città medievale con una storia secolare ed è ricca di beni culturali e monumentali; Butera, infine, è città risalente all’XI secolo con contaminazioni Arabo Normanne e deve il nome a Ruggero I. Chi pensa di trasformare la Sicilia in una Chernobyl ha il disprezzo di quanti vi abitano e sappia che i cittadini si opporranno con tutte le forze”.
“L’indicazione di zone di rilevanza culturale, storico-arcarcheologica ed ambientale tra i siti dove stoccare rifiuti tossici e nucleari in Siciia è definibile come un’azione proditoria da parte del governo nazionale. Esprimiamo tutto il nostro sconcerto per le notizie che oggi hanno reso plastico il modo in cui la Sicilia viene offesa e deturpata in maniera deliberata. Non possiamo accettare che a due passi dal parco archelologico di Caltatafimi-Segesta prenda corpo una discarica per rifiuti radioattivi, così come ci sentiamo vicini e solidali con i cittadini dell’area naturalistica delle Madonie dove un’altra scelta scellerata di questo governo prevede un deposito di rifiuti nucleari unitamente a quella individuata nel territorio di Butera in provincia di Caltanissetta. Faremo sentire la nostra voce in tutte le sedi, si scordino di trasformare la Sicilia in discarica nucleare”. Lo si legge in una nota dell’Udc provinciale di Trapani sottoscritta dal coordinatore Fabio Bongiovanni e dal responsabile del movimento giovanile Marco Bonfratello.
La Federazione dei Giovani Socialisti – FGS di Sicilia e il Partito Socialista Italiano, manifestano tutto il loro sgomento per la notizia relativa alla creazione di quattro siti di stoccaggio di scorie radioattive sul territorio siciliano.Il PSI si schiera compatto contro il deposito di scorie nucleari sul territorio, col segretario regionale Nino Oddo che afferma: “Gli amministratori locali, che già fanno miracoli per tenere in piedi l’economia di questi comuni, non possono essere ulteriormente gravati con questa responsabilità e col rischio che, a causa di questi siti di stoccaggio, i comuni ci rimettano il loro e perdano quote di produzione agroalimentare e di turismo”.
Aggiunge il segretario FGS di Palermo, Mattia Carramusa “Non è assolutamente ammissibile che comuni tenuti in piedi con lo sputo e senza investimenti pubblici per quanto riguarda sviluppo economico, infrastrutture, trasporti, energia, sicurezza e telecomunicazioni siano destinatari di 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui oltre 16.000 ad alta radioattività. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, agisca e tuteli almeno stavolta i siciliani. Non siamo né la polveriera né l’immondezzaio d’Italia”. La richiesta è che “La regione faccia valere le ragioni del territorio e si opponga a questi siti di stoccaggio. Alla Sicilia non serve lo stoccaggio di scorie tossiche e radioattive sul territorio, ma il finanziamento di un nuovo piano economico ed infrastrutturale. Un piano che potenzi i collegamenti e realizzi finalmente il potenziamento del trasporto ferroviario fermo agli anni settanta, che rifaccia strade e ponti di collegamento tra i comuni. Serve un volano per l’economia sostenibile a livello ambientale e sociale e per l’occupazione giovanile, ancora oggi terribilmente indietro rispetto al resto del mezzogiorno e d’Italia. Serve un riammodernamento edilizio in una regione in cui gli edifici sono spesso fatiscenti e comunque risalenti alla metà del secolo scorso quando va bene. Questo è quello di cui ha bisogno la Sicilia, non certo di essere un sito di stoccaggio di rifiuti nucleari”, chiosano i due socialisti.
“Le aree interne della Sicilia hanno bisogno di investimenti – affermano gli amministratori e i militanti della rete dei Cento Passi della provincia di Trapani, dell’area delle Madonie e del comprensorio di Caltanissetta -, non dei rifiuti radioattivi. L’ipotesi di allocare centri di stoccaggio nelle Madonie, nel trapanese e nella provincia di Caltanissetta ci appare semplicemente irricevibile. Parliamo di territori, come nel caso delle Madonie impegnate in una battaglia per l’istituzione delle zone franche montane, che da tempo chiedono altro tipo di attenzione. Parliamo di aree, come nel caso di quelle del trapanese, votate al turismo e di straordinario pregio paesaggistico ed archeologico, che sarebbero umiliate da una scelta simile. Parliamo del territorio del nisseno già profondamente devastato dagli scempi ambientali. Rispondere ai bisogni dei territorio con la proposta di trasformazione di queste aree in discariche radioattive è semplicemente irricevibile perché offensivo e mortificante per queste comunità”.
“Siamo profondamente preoccupati e ci auguriamo che presto vengano chiariti i dettagli della vicenda che riguarda la Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi fra le quali spuntano l’area delle Madonie nel palermitano e Trapani con alcuni comuni della provincia. Ci sembra singolare questa grande attenzione sulla nostra regione, che ci auguriamo sia foriera di progetti anche su temi veramente strategici per il futuro dei nostri giovani, come infrastrutture, ricerca, formazione, industria e digitalizzazione”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sul documento elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari che individua zone nelle due provincie di Palermo e Trapani, come possibili depositi di rifiuti radioattivi.
“Comprendiamo la preoccupazione dei sindaci, di zone che puntano tutto sul turismo e su tutte le eccellenze legate all’ambiente e alla filiera agro-alimentare. Si pone sia un tema di immagine come per la città di Trapani, quest’anno giustamente candidata capitale della Cultura italiana 2022, sia di tutela di salute dei cittadini e dell’ambiente. Quindi ci auguriamo venga presto chiarito tutto e che le istituzioni facciano ognuno la propria parte dialogando fra loro e soprattutto con i sindaci delle aree interessate, che al momento sembra non siano stati coinvolti. Abbiamo il dovere di proteggere il nostro ambiente, dato che affrontiamo già fin troppe difficoltà a smaltire i normali rifiuti che inquinano le nostre città” conclude La Piana.
“Non possiamo che esprimere preoccupazione per la possibilità che alcune aree del Trapanese vengano trasformate in discariche per rifiuti nucleari. Il sindacato si oppone a qualsiasi azione che metta in pericolo la salute dell’ambiente e dei cittadini. Un territorio a vocazione turistica come quello trapanese, che basa una grossa fetta della sua economia sulle bellezze naturali e paesaggistiche ma anche sulle eccellenze agroalimentari, non può rischiare un danno di immagine che lo comprometta”. Cosi i segretari generali di Cgil e Uil Trapani Filippo Cutrona ed Eugenio Tumbarello commentano. “Chi di dovere – concludono – chiarisca la questione, in modo da rassicurare i cittadini su quelli che sono i reali rischi per il territorio e la sua popolazione. Vogliamo che comportamenti consequenziali siano messi in atto sin da subito dalle istituzioni preposte. Non solo parole, ma fatti”.
“Su un tema così delicato come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e della tutela ambientale – afferma Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia – ci sembra di fondamentale importanza il coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate. È, quindi, assolutamente necessario avviare un confronto tra governo nazionale, governo regionale ed enti locali per affrontare con attenzione e responsabilità la questione”.