Poliziotte nei reparti detentivi maschili, nuova protesta della Uilpa Polizia Penitenziaria

Nuova segnalazione della Uilpa Polizia Penitenziaria sul carcere di Trapani.
In una nota indirizzata alla direttrice Teresa Monachino, il segretario regionale Gioacchino Veneziano torna a lamentare l’impiego di poliziotte in aree della Casa Circondariale di Trapani che, secondo il sindacato, sarebbero precluse in base alla legge 395/1990.

“Nel passato – scrive Veneziano – il problema è stato sollevato in un apposito incontro di esame congiunto e si è proceduto a consegnare al precedente direttore dell’Istituto trapanese e al comandante di reparto della Polizia Penitenziaria una risposta del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Sicilia ad un quesito riferito ad una questione analoga accaduta in un altro Istituto dell’Isola, integrata da una nota della Direzione Generale del Personale, nettamente contraria all’impiego, nelle sezioni dove sono reclusi detenuti di sesso maschile delle Unità femminili di Polizia Penitenziaria. Da quasi una settimana – prosegue il segretario regionale – ci troviamo ad affrontare la stessa problematica, anzi aggravata dal fatto che le poliziotte sono state impiegate all’interno dei cortili passeggi del reparto Adriatico, (quindi in piena zona detentiva maschile) e in questi ambienti vi sono pure i bagni, ragion per cui, a quanto dato sapere, nel controllo visivo si sono verificate situazione incresciose. Stendiamo un velo pietoso quando abbiamo saputo che una collega è stata mandata a controllare i passeggi, sempre dello stesso reparto maschile, nel “casotto di legno” (ndr. collocato in quell’area dopo l’evasione dello scorso giugno) sotto lo sguardo divertito dei detenuti”.

Secondo Veneziano “in barba alle disposizioni di legge, le poliziotte sono state obbligate ad operare
nell’atrio del reparto Mediterraneo, con la presenza di oltre 200 detenuti, e in quel posto si registra il passaggio di circa 400 detenuti poiché si trova all’interno della sezione detentiva maschile ed è il punto di smistamento di tutti i tre piani detentivi maschili”.

Nella nota si invita la direttrice del “Pietro Cerulli” “a far cessare senza indugio siffate procedure illegali, dando indicazioni a chi gestisce il personale poiché le iniziative assunte si pongono in netta opposizione con ogni fonte normativa regolante l’impiego di personale di Polizia Penitenziaria, costituendo di per sé un elemento che può esporre le poliziotte a condizioni operative di ulteriore pericolo, inasprendo la probabilità di tutela della loro sicurezza dentro l’ambiente di lavoro”.

La questione, come si ricordava in apertura, non è nuova nel carcere di Trapani dove le poliziotte sono circa il 15% del totale dell’organico, la cui carenza complessiva, come è noto, è stata più volte sottolineata dalla Uilpa Polizia Penitenziaria e dagli altri sindacati di categoria.

Già nell’ottobre 2018, ad analoga contestazione, la Direzione dell’Istituto trapanese aveva risposto che, quando il legislatore vieta che le poliziotte prestino servizio nei reparti detentivi (art. 6 legge 395/1990 istitutiva del Corpo di Polizia Penitenziaria), “si riferisce materialmente al luogo dove sono ristretti i detenuti” e che, anche a fronte dell’aumento delle poliziotte in servizio alla Casa Circondariale – che pure devono essere utilizzate – la questione era stata affrontata con tutte le sigle sindacali proponendo altri luoghi, oltre le portinerie, dove le poliziotte potessero prestare servizio (ndr. dato che da anni non è più attivo un reparto detentivo femminile).

Una questione, insomma, che rimane controversa, stretta come è tra l’esigenza di impiegare tutto il – già insufficiente – personale disponibile e, peraltro, rispettando il diritto alle ferie, ai riposi e alle malattie, e quella di ottemperare, ovviamente, a quanto dispone la legge per le donne che indossano l’uniforme della Polizia Penitenziaria in un carcere al momento in grande difficoltà, come la stessa Uilpa Polizia Penitenziaria ha denunciato fino a pochi giorni fa.

Ornella Fulco

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