Picnic con il morto, in Sicilia il rischio è serio. Restiamo a casa!

Un paio di anni addietro, una simpatica famigliola catanese decise di passare la Pasquetta in compagnia dei propri cari defunti insieme ai loro due cani. Un macabro picnic all’interno di un cimitero che non passò inosservato e suscitò molto clamore in città. Guardando qua e là sui social, sembrerebbe che tante persone in Sicilia abbiano una spasmodica voglia di trascorrere la Pasquetta nello stesso modo. A primo acchito, questa sembrerebbe un’affermazione esagerata ma non fuori luogo se contestualizzata nel periodo di emergenza che stiamo vivendo.

Il coronavirus non è scomparso: aleggia nelle nostre città e in ogni recondita trazzera della nostra isola. Il picco epidemiologico il Sicilia non è ancora arrivato, il contagio continua a diffondersi anche se più lentamente rispetto ad altre zone d’Italia. Forse si sono travisate le parole di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss)  “La curva che ci mostra le nuove diagnosi positive ai tamponi ci indica che stiamo arrivando a un plateau… Ma raggiungere il plateau non vuol dire aver raggiunto l’obiettivo, perché ora deve iniziare la discesa“.  Sicuramente Brusaferro ha utilizzato un termine francese  poco diffuso, plateau (o platò in italiano), che sebbene opportuno non è riuscito a concretizzarsi nell’immaginario collettivo. Plateau significa “ripiano in zona montuosa” che si raggiunge scalando i pendii e che bisogna attraversare per iniziare la discesa. Ecco, in Italia si sta attraversando questo altopiano e la discesa non è ancora ben chiaro quando inizierà.
In Sicilia stiamo ancora scalando la montagna. L’emergenza nella più grande delle isole è arrivata in ritardo e aumentano, giorno dopo giorno, i nuovi contagiati. Forse ancora per poco, ma il plateau non è stato ancora riconosciuto. Il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, supportato dal suo staff scientifico, prevede ancora due settimane di scalata. Più o meno a metà aprile, corrispondente alla nuova data di scadenza delle misure restrittive a livello nazionale, dettata nell’ultimo DPCM di Conte firmato ieri sera 13 Aprile. Perché è ovvio che un governo centrale prenda in considerazione la situazione sull’intero territorio nazionale e non soltanto in alcune zone come Lombardia e Veneto, ad esempio.
Signori, mettiamocelo bene in testa: siamo ancora in guerra. La recentissima rilassatezza di molte persone che si aggirano per le strade delle nostre città non è assolutamente giustificata. Bisogna rimanere a casa quanto più possibile, bisogna ritornare al livello di concentrazione di due settimane addietro. Proprio in queste ore in Cina, dove l’incubo sembrava passato, si stanno istituendo nuove “zone rosse” per contagi di ritorno. E nelle Filippine il presidente Rodrigo Duterte ha ordinato alla polizia di sparare a chi esce da casa.
Oltretutto, questa quarantena, o “prigionia” o “arresti domiciliari” come definita da tanti, si sta ammorbidendo grazie alle misure assistenziali dai volontari e delle amministrazioni comunali con i novelli “buoni spesa”. Quindi, evitiamo di utilizzare queste preziose cibarie per il picnic di Pasquetta in un cimitero, accanto ai nostri congiunti morti con o per il COVID-19. Perché, se si allenta la morsa, aumentano i morti. Anche in Sicilia.