Pescatori liberati in Libia, parla uno dei due comandanti: “Ce la siamo vista brutta, trattati come terroristi”

“Abbiamo cambiato quattro prigioni. Ce la siamo vista brutta. Abbiamo avuto paura” e “ci tenevano in gabbia”. Sono le prime parole di Pietro Marrone, comandante del peschereccio Medinea in viaggio per Mazara del Vallo dopo la sua liberazione e quella di altri 17 pescatori sequestrati dai primi dello scorso mese di settembre in Libia. A parlare con Marrone, da un peschereccio ormeggiato al porto di Mazara, è l’armatore Marco Marrone. Lo riferisce AdnKronos.

“In alcuni momenti abbiamo temuto per la nostra vita”, ha spiegato ancora il comandante Marrone,”Ci hanno trattati da terroristi”, rinchiusi in “una prigione sottoterra” dove “ci passavano il cibo al buio e non sapevamo cosa fosse”.
“Non abbiamo avuto nessun processo”, spiega il marittimo che, insieme ai suoi uomini, sta navigando verso Mazara del Vallo dove l’arrivo è previsto per domenica prossima come per l’Antartide, l’altra imbarcazione rilasciata. I due pescherecci procedono ad una velocità di quasi 10 nodi, cioè 10 miglia all’ora, scortati da unità della Marina Militare italiana.

“Pensavamo di non farcela – racconta ancora il comandante Marrone – sono stati tre mesi pesantissimi. Ci hanno fatto cambiare quattro prigioni e una di queste su trova sottoterra al buio. Ci passavano il cibo da una grata e non vedevamo nemmeno cosa fosse”.

“Ci hanno trattato da terroristi – dice – mancavano solo le botte, per il resto ci hanno umiliato, abbiamo subito violenza psicologica”. E ricorda che “non c’è stato nessun processo”. “Ci tenevano in una gabbia – racconta – dopo averci divisi”. All’inizio, infatti, i componenti italiani e quelli stranieri dei due equipaggi sono stati divisi e, racconta il comandante del Medinea, “ci siamo potuti riabbracciare solo dopo 70 giorni, è stato un momento emozionante”. “Indossavamo sempre le stesse cose – dice – è stato davvero difficile, non vedo l’ora di tornare a casa”.

Intanto l’intera comunità cittadina si prepara a festeggiarli. Nell’Aula consiliare del Municipio, eletta a “quartier generale” dai parenti dei pescatori in questi mesi di attesa, è stato esposto un grande striscione con la scritta “Bentornati a casa”.