L’ingegnere informatico palermitano
Roberto Sparacio che fabbricò la pen drive esplosiva che, nell’ottobre del 2018, ferì gravemente ad una mano l’ispettore di polizia giudiziaria Gianni Aceto negli uffici della Procura di Trapani, è stato condannato dal gup del Tribunale di Trapani a 5 anni e 8 mesi di reclusione.
Per l’Unabomber di Pantelleria la pm Francesca Urbani aveva proposto
una condanna a 6 anni e 4 mesi.
Esponente di una facoltosa famiglia
con interessi a Pantelleria, Sparacio, 51 anni, era stato arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Trapani otto mesi dopo il fatto. Nel laboratorio che aveva allestito in una casa di famiglia a Pantelleria, gli inquirenti trovarono manuali e sostanze esplosive. L’uomo avrebbe anche realizzato
delle miscele definite dagli
artificieri “altamente pericolose”.
Sparacio aveva inviato il dispositivo ad una avvocata di Trapani che, insospettita dalla missiva, l’aveva consegnata agli investigatori. è stato anche accusato delle lesioni subite dal cliente di un bar di Palermo per l’esplosione di un’altra pen drive – che era stata inviata alla titolare del locale – e da un suo dipendente, con cui era aveva avuto contrasti per ragioni economiche, che rimase ustionato
da una sostanza chimica cosparsa
sul sedile della sua auto.
All’ingegnere è stato riconosciuto
un vizio parziale di mente che ha ridotto la condanna inflittagli dal giudice per le udienze
preliminari. Sparacio dovrà anche risarcire le parti civili
e, alla fine della detenzione, essere ricoverato, per un periodo non inferiore
ad un anno, in una Casa di cura e
custodia.