TRAPANI. Si riaccendono i riflettori sul finanziamento di 2.000.000 di euro per Palazzo Lucatelli. Questo denaro serve per ristrutturare lo stabile e poterlo indirizzare a Polo Culturale Polifunzionale.
Il progetto prevede una biblioteca, un auditorium da 200 posti, uffici del Luglio, un angolo espositivo di argenti, appartenenti all’ antica tradizione trapanese dei misteri, una zona di “Art Hotel” (un hotel con collezioni artistiche che si rinnova ogni tre mesi) in collaborazione con il Museo Pepoli e uno spazio per le acqueforti del Piranesi.
Una storia infinita, ma finita per il momento con una nota mandata al Comune di Trapani, da parte della società finanziatrice. Si tratta di un avviso di revoca della somma, vista la inattività del progetto.
“Subito dopo aver ricevuto l’incarico – dichiara l’assessore Andreana Patti – ho sentito Paglialunga (responsabile ALES S.p.A.). Il responsabile mi ha assicurato che, prima di revocare il finanziamento, verrà a fare un sopralluogo. Ho chiesto di intervenire immediatamente perché abbiamo bisogno di realizzare un progetto o di mettere subito in sicurezza lo stabile, anche se qualche intervento è già stato fatto. Su mia insistenza abbiamo preso appuntamento per l’otto di gennaio. Paglialunga mi ha detto di non avere interesse ad avviare la revoca, però vuole assicurarsi che l’immobile non sia stato ulteriormente danneggiato, al fine di evitare un aumento dei costi. Io ritengo che Trapani debba riacquistare la posizione di città capoluogo di provincia. La città deve risvegliarsi e deve pretendere un teatro. Abbiamo tanti progetti in programma, per promuovere la cultura e con essa anche il turismo. Mi auguro – continua l’assessore Patti – che, in questi cinque anni, si riesca a rivalutare il Castello della Colombaia, il lazzaretto con la costruzione di un anfiteatro, il villino Nasi e Torre di Ligny. Trapani diventerà ancora più bella e ancora più attraente per i turisti”.
Un progetto ampio. In cinque anni la cultura abbraccerà Trapani. Abbiamo sentito, inoltre, il consigliere comunale Giuseppe Lipari: “L’ennesimo crollo rappresenta un punto di partenza. E’ difficile cadere più in basso di così. Bisogna pensare ad un rilancio dell’intera struttura e della zona circostante”.
“Oggi abbiamo la possibilità – conclude Lipari – di trasformare un errore del passato in una grande opportunità. Siamo realmente convinti della forza dell’unico progetto attualmente realizzabile che prevede un auditorium da 200 posti?”.
“Vogliamo un teatro, se non è scritto in arcani volumi che noi dobbiam restare barbari per sempre”, così il poeta trapanese Giuseppe Marco Calvino Patrico esprimeva, nel 1843, tutto il suo dissenso per la mancanza di un Teatro, costruito poi nel 1849 con il nome Ferdinandeo prima e Garibaldi dopo. Oggi siamo nuovamente sprovvisti di un Teatro, ma sicuramente non resteremo barbari per sempre.