“Esistono solo due certezze nella vita: una è la morte, l’altra sono le tasse”. Benjamin Franklin non ha mai vissuto a Trapani. Questo è un dato certo. Se fosse passato dalla Sicilia, e precisamente a Trapani negli anni 2000, avrebbe sicuramente aggiunto qualcosa alla sua iconica citazione. Avrebbe aggiunto che quando piove, il PalaIlio si allaga. Da anni, infatti piove dentro la struttura comunale. E ieri sera la situazione è stata quasi tragica. Se dal lato sportivo la Pallacanestro Trapani ha dimostrato di saper convincere, la spada di Damocle della pioggia ha seriamente messo a rischio la vittoria. L’acqua che arrivava in campo è stata certamente tanta e gli arbitri sono stati clementi.
I tifosi, poi, con la loro eccezionale ironia si sono presentati al Palazzetto con gli ombrelli e – giustamente – hanno manifestato tutto il loro dissenso verso l’Amministrazione Comunale. Piove. E nonostante i lavori al tetto da più di mezzo milione di euro, piove ancora dentro la struttura. La cosa non è più accettabile. Ma bisogna fare un passo indietro.
Nei giorni scorsi l’associazione Codici, guidata da Vincenzo Maltese, aveva sollevato nuovamente la questione visto che durante l’allenamento di venerdì era tornati secchi e asciugamani dentro il rettangolo di gioco. L’associazione di consumatori ha posto dei quesiti: «Quanto sono costati alla Collettività i lavori di impermeabilizzazione del tetto del PalaConad? Qualcuno ha controllato questi lavori? Adesso alla luce di nuove infiltrazioni cosa intende fare l’amministrazione comunale di Trapani? Non sarebbe opportuno richiamare urgentemente la ditta a suo tempo incaricata ed effettuare un sopralluogo con i tecnici del Comune?». Maltese, inoltre, aggiungeva che «Occorrono risposte e soluzioni definitive, perché come genitori e come sportivi, siamo stanchi di soluzioni tampone e soprattutto di fare sempre le solite critiche sulla inutilizzabilità degli impianti sportivi comunali».
Una richiesta più che legittima se si pensa che tutte le palestre cittadine sono in stato pietoso o di abbandono. Al Palailio piove dentro. La Tenente Alberti è stata chiusa e ha subito grossi danni per atti di vandalismo. Stessa sorte per la Dante Alighieri. La palestra Cappuccini è anch’essa senza agibilità. È stata usata negli ultimi anni più come temporanea dimora per migranti che come palestra. Il Pattinodromo è pronto ma non è mai stato aperto e non si capisce cosa manchi. Il Campo Aula è senza agibilità, senza illuminazione e con bando andato deserto. Al Campo ex Coni la tribuna è senza agibilità, le strutture sono ridotte all’osso e manca una illuminazione. Le palestre di alcune scuole sono state sistemate ma non sono omologabili per molti sport. Insomma, la situazione è un vero disastro. Ieri, poi, la protesta dei tifosi, la gara e il post gara. Durante la conferenza stampa coach Daniele Parente ha confermato come la situazione sia un problema. «Mezzo campo diventa inagibile» ha affermato senza però voler lanciare polemiche. Poi nella tarda sera di ieri è stata pubblicata una nota dell’Amministrazione su Facebook.
«Sugli impianti sportivi, trovati nell’estate del 2018 – scrivono il primo cittadino Giacomo Tranchida e l’assessore allo Sport Vincenzo Abbruscato – in condizione decennale di abbandono e sulla necessità del loro recupero non abbiamo mai fatto mistero che era e rimane, ahinoi, una sfida difficile e un traguardo da raggiungere compatibilmente alle risorse disponibili (atteso che innanzitutto abbiamo provveduto a manutenere le abbandonate palestre scolastiche) e alle opportunità che i bandi di finanziamento dedicati con risorse extra bilancio comunale – evitando di aumentare dunque le tasse ai cittadini contribuenti – danno la possibilità di cogliere».
I due amministratori difendono la scelta di aver investito 550 mila euro per la manutenzione straordinaria. L’inghippo, però, è nato ugualmente.
«Alla consegna dei lavori – aggiungono Tranchida e Abbruscato – si è palesata una ulteriore necessità, quale la verifica e costante manutenzione e sigillatura delle vetrate poste sul tetto dell’impianto, che non a caso il Rup e direttore dei lavori comunali hanno dichiarato fuori dall’appalto interessato atteso il debito d’interesse del conduttore».
Insomma, se piove dentro, per l’Amministrazione, la colpa è della Pallacanestro Trapani che non ha fatto la manutenzione delle guarnizioni delle finestre del tetto.
Tranchida e Abbruscato spiegano che «Duole non poco fare questa precisazione, vuoi perché comunque le polemiche fanno sempre male, al netto delle strumentalizzazioni politiche degli avversari di turno, ma anche perché non è sopportabile financo mistificare la realtà dei fatti e delle relative competenze …della serie “piove… governo ladro”. Non ci stiamo e non a caso avevamo anche sollecitato, ed al riguardo giungono dal tecnico della Pallacanestro Trapani ing. Bosco rassicurazioni d’intervento prossimo».
Una situazione che lascia in ogni caso interdetti. Per il Comune è tutto ok. Se piove la colpa è della società. Una nota che ha fatto infuriare i Trapanesi Granata, storico gruppo di supporters che si è sempre contraddistinto per correttezza e garbo. Anche loro hanno pubblicato una nota stampa. Eccola integralmente.
«Chi segue le vicende del basket sa che da anni ormai denunciamo le problematiche interne del palazzetto, luogo che viviamo quotidianamente ed in cui continua a piovere. È assurdo scrivere una cosa del genere nel 2021, ma è, né più né meno, la verità. Denunciamo lo stato in cui versa il palazzetto, per inciso, dal primo mandato del sindaco Fazio. I fatti della settimana sono i seguenti: in seguito alle pesanti piogge la nostra squadra non si è allenata a tutto campo per almeno due giorni, perché pioveva dentro il palazzetto, ed oggi abbiamo ironicamente protestato per questo. Ora leggiamo un comunicato del Comune in cui si parla di mistificazioni, cosa che ci fa letteralmente infuriare. Ai meno dotti infatti ricordiamo che mistificare significa “alterare la verità con astuzia e sottigliezza di argomentazioni”. E se c’è una cosa che non può essere alterata è l’acqua caduta anche oggi e che tutti gli spettatori alla gara contro l’Urania Milano hanno potuto vedere. Pertanto rispediamo subito al mittente la provocazione, giudicandola inutile e fuori luogo. In secondo luogo, leggiamo con stupore che sarebbe responsabilità del conduttore, ovvero la PALLACANESTRO TRAPANI, verificare che l’acqua entri dalle vetrate ed a cui spetterebbe la sigillatura e la manutenzione costante delle stesse. Da tifosi troviamo che sia assurdo spostare la responsabilità su chi rischia di perdere a tavolino una partita, soprattutto in una stagione in cui la lotta per non retrocedere è più dura che mai. Non entriamo nelle dinamiche della gestione dell’impianto ma ci sembra la posizione di chi fa di tutto per non avere una squadra in A2. Questo comune vuole davvero avere un palazzetto in cui si spendono 550.000 euro per tenerlo chiuso? Perché di questo si tratta. Quando si decide cosa scrivere bisogna sempre considerare chi leggerà, e scegliere di scagliarsi in pieno contro i tifosi/cittadini e la proprietà di una squadra di basket come la fam. Basciano, ci sembra scellerato e stupido. Se domani Il Presidente Basciano decidesse di chiudere qui l’esperienza con la Pallacanestro Trapani, questo impianto non avrebbe più vita e francamente ne avrebbe ben donde leggendo che ciò dipende dalle vetrate dell’impianto. Quindi ci chiediamo se ci fate o ci siete. Ci teniamo infine a ricordare che noi non facciamo politica. A noi interessano risposte, e quindi prendiamo le distanze da polemiche strumentali fatte anche da chi non ha mai messo piede al PALAILIO nella sua vita. Il nostro interesse è che si inverta totalmente la rotta nella gestione sportiva della città in cui fare e assistere allo sport è un diritto che non si può pienamente mettere in atto. Al contrario ci sembra che ci sia un interesse strumentale di alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, per esempio quando si sono fatti vedere in curva allo stadio o quando hanno ospitato nella casa comunale, con una certa disinvoltura, personaggi ambigui che poco interesse avevano nel fare sport a Trapani. Un distacco inspiegabile dall’ambiente basket, che esprime in questo momento la realtà sportiva più importante della città, riconosciuta in tutto lo stivale. Forse perché con noi non si spostano voti? Siamo delusi, sappiamo che non avremo risposte e che al PALAILIO continuerà a piovere. Non ci resta che sperare di tornare a giocare altrove, magari dove si è fatta la storia di questo sport».
Anche la Pallacanestro Trapani ha utilizzato Facebook per rispondere, ribattendo punto per punto. «In seguito alla nota del Sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e dell’assessore allo sport Vincenzo Abbruscato in merito alla situazione del Palaconad, la Pallacanestro Trapani intende precisare quanto segue. Scopriamo per vie non ufficiali, che “alla consegna dei lavori si è palesata una ulteriore necessità, quale la verifica e costante manutenzione e sigillatura delle vetrate poste sul tetto dell’impianto”. Posto che, purtroppo, non piove solo ed esclusivamente dalle finestre ma da varie parti della struttura, la domanda che ci sorge spontanea, da semplici cittadini, è la seguente: ci si è accorti che rimanevano fuori dal capitolato di spesa i vetri e le guarnizioni solo dopo aver speso 550.000 euro (come dichiarato su Facebook)? Considerato, da quanto apprendiamo, che i suddetti vetri e guarnizioni erano in palese ed evidente stato di degrado e che, come dichiarato da Sindaco e Assessore, vi sono “imprenditori come la famiglia Basciano che si stanno dissanguando per mantenere ad altissimi livelli il basket in citta”, ci domandiamo perché nel capitolato di spesa dei lavori non siano stati inseriti questi lavori. Troviamo difficile comprendere come si possano rilasciare certe dichiarazioni “imprenditori che si stanno dissanguando” e chiedere però contestualmente alla Pallacanestro Trapani di farsi carico di ulteriori spese, considerato altresì che la convenzione tra Comune e Pallacanestro Trapani risulta scaduta ormai da oltre 3 anni (i lavori sono stati effettuati a convenzione già scaduta). A tal proposito precisiamo che la Pallacanestro Trapani ed il suo Ing. Bosco non hanno mai dichiarato di effettuare interventi prossimi. La Pallacanestro Trapani non fa politica ma sport e non intende entrare in nessun contesto polemico ma riteniamo doveroso esprimere il nostro pensiero: una amministrazione che è vicina allo sport, che si dichiara vicina ad una società che porta in giro per l’Italia il nome della Città di Trapani, in questa difficile settimana (ma era già successo in passato) avrebbe dovuto essere presente. Dispiace farlo notare ma non abbiamo registrato nemmeno una telefonata, una parola di supporto o una presenza fisica, nessuno che si sia presentato sul luogo per verificare lo stato delle cose. Duole invece far notare che al primo accenno di contestazione legittima dei nostri tifosi, l’assessore, senza preoccuparsi se gli arbitri avessero paventato il possibile fermo della partita e senza informarsi se qualcuno degli atleti avesse rischiato degli infortuni a causa della pioggia, si sia invece affrettato a chiederci di pubblicare un comunicato in cui il club dichiarasse di assumersi le proprie responsabilità. Responsabilità? Di cosa e per cosa? Responsabili forse di portare in giro per l’Italia con serietà il nome della città di Trapani? Responsabili di aver investito per anni in migliorie nel palasport? Responsabili di mantenere da 11 anni il nome di Trapani ad alti livelli nel secondo campionato nazionale? Responsabili di avere una squadra dove ragazzi Trapanesi primeggiano? Responsabili di tenere vivo un settore giovanile ed un mini basket floridi, che permettono a molte famiglie di poter lasciare i loro figli in mani sicure per parte della giornata? Senza polemica, non ne vogliamo e non ne facciamo, riteniamo di essere responsabili di un solo errore di cui a tempo debito faremo menzione, ma non è questo il luogo ed il momento. Ad oggi chiediamo soltanto di poter lavorare in serenità, di essere rispettati per quello che facciamo e per quello che abbiamo dato alla città. Non pretendiamo altro».
La questione, a questo punto, è chiara. Se i tifosi e la società indicano la luna, il Comune guarda il dito. Speriamo che su quel dito non cada l’acqua piovana. Oltre il danno ci sarebbe anche la beffa.
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