“Non ho mai favorito la mafia, anzi l’ho sempre combattuta”, queste le parole del sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, durante la seduta straordinaria del Consiglio comunale svoltasi ieri pomeriggio e convocata dopo l’informazione di garanzia – notificata al sindaco – nell’ambito dell’operazione antimafia dei Carabinieri di Trapani che ha portato in manette i mafiosi Mariano Asaro e Carmelo Salerno.
L’ipotesi di reato contestata al primo cittadino di Paceco è di concorso esterno in associazione mafiosa. Durante il suo intervento, Scarcella ha riferito sulle fasi della notifica dell’informazione di garanzia, con le conseguenti perquisizioni, da parte dei militari, nella sua abitazione, nel suo studio legale e nel suo ufficio al Comune “dove non è stato sequestrato nulla”.
Il sindaco ha anche spiegato che, lo scorso 7 luglio, presentatosi presso i Carabinieri, si è avvalso della facoltà di non rispondere alla luce della “genericità delle contestazioni”. Scarcella ha reso noto di essere disponibile a sottoporsi ad interrogatorio quando avrà piena contezza degli elementi che lo riguardano. “Voglio una corretta lettura dei fatti, non chiedo solidarietà – ha detto il sindaco – ma pretendo che questo Consiglio sappia e abbia rigore morale della valutazione dei fatti, accompagnato da onestà intellettuale”.
Intanto, “per rispetto dell’istituzione”, Scarcella si è dimesso da presidente dell’assemblea del Consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo. Per quanto riguarda la carica di primo cittadino, al momento, non intende rassegnare le dimissioni e, nel ribadire piena fiducia nell’azione della Magistratura, ha affermato la sua estraneità ai fatti contestati, Scarcella, quindi continuera il suo mandato alla guida del paese dell’Agro ericino, “facendo appello alla mia coscienza”.
Nel corso della seduta si sono susseguiti gli interventi da parte di consiglieri e assessori della Giunta che hanno espresso solidarietà e fiducia nell’operato del sindaco ma, non sono mancate anche critiche e inviti a una maggiore trasparenza.
“Non siamo qui per giudicare nessuno”, ha esordito il consigliere di opposizione (ed ex sindaco) Biagio Martorana che ha espresso solidarietà al primo cittadino ma ha anche chiesto maggiore chiarezza sui fatti contestati e un dietrofront di Scarcella, se non può – nelle opportune sedi – dimostrare la sua estraneità ai fatti. Incentrato sulla distinzione tra garantismo e giustizialismo, con le sue derive, l’intervento del consigliere Ruggirello.
La parola è stata concessa anche al segretario del PD Gianfranco Reina che, pur manifestandogli la sua vicinanza sul piano umano, ha “invitato” il sindaco a dimettersi. Non sono mancati i passaggi forti: “Non ci si può piegare alla mafia” – ha detto riferendosi ai contenuti della ordinanza del gip che ha portato all’arresto di Asaro e Salerno riguardanti Scarcella che ha sventolato in Aula – lei deve dimettersi per non danneggiare Paceco e i suoi cittadini”. Reina ha citato il caso della sindaca di Erice, coinvolta in una diversa inchiesta giudiziaria, alla quale il Partito Democratico (a cui la stessa appartiene), ha chiesto di dimettersi.
Veemente la replica dell’assessore Angileri che non solo si è detto certo della estraneità dei sindaco ai fatti contestati ma ha posto l’accento sul rischio che un “semplice avviso di garanzia” possa inficiare e impedire l’azione politico amministrativa di chi ne è raggiunto.
A parlare a sostegno del sindaco Scarcella è stato anche l’assessore Basiricò che ha criticato la richiesta del segretario del PD e affermato di non avere mai avuto la sensazione di una condotta illecita da parte del primo cittadino a cui ha chiesto di proseguire nella realizzazione del progetto amministrativo per il paese.
Guarda le foto della seduta consiliare
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