Restano agli arresti domiciliari l’imprenditore Francesco Isca, 60 anni, e Salvatore Craparotta, 64 anni, ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi, coinvolti nell’operazione “Phimes” dei Carabinieri di Alcamo dello scorso 20 febbraio.
Lo ha deciso il gip del Tribunale di Trapani per i due maggiori indagati nell’inchiesta riguardante la corruzione dietro la gestione di un parcheggio privato nei pressi del Parco archeologico di Segesta. Isca, implicato in altre indagini per associazione mafiosa, titolare di fatto di un’area di sosta e ristoro a ridosso dell’ingresso all’area archeologica, avrebbe gestito in maniera monopolistica il servizio grazie all’appoggio di Craparotta che sarebbe stato ricambiato con l’assunzione dei suoi più stretti familiari nelle ditte dell’imprenditore.
L’indagine riguarda altre cinque persone: Maria Craparotta (moglie di Salvatore Craparotta), l’ex sindaco di Calatafimi Segesta Vito Sciortino, il comandante, Giorgio Collura, e due appartenenti alla Polizia Municipale di Calatafimi, Leonardo Accardo e Vito Accardo per i reati di favoreggiamento, abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica.