“One Billion Rising”: anche a Trapani l’iniziativa mondiale contro la violenza sulle donne

Ci sarà anche Trapani tra le città in Italia e nel mondo che ospiteranno l’evento One Billion Rising 2020, una chiamata all’azione della società civile in un momento in cui i diritti delle donne sono continuamente minacciati e i numeri della violenza sono spaventosi.
L’evento in programma il prossimo 14 febbraio unisce narrazione, danza e movimento: oltre 50 le piazze in Italia coinvolte con performance di artisti e attivisti. Centro dell’azione come sempre sarà la danza collettiva e potente di Break the Chain, il flash mob che rappresenta nel mondo un messaggio universale contro la violenza maschile sulle donne.

Seguendo il modello del teatro di strada e dell’azione civile, attivisti e attori metteranno in scena brevi letture estemporanee nelle vie, nelle piazze, nei luoghi di passaggio e di incontro di tutte le città, puntando l’attenzione sulla necessità che le donne vengano credute quando trovano il coraggio di denunciare e sulla funzione vitale che i Centri Antiviolenza svolgono, nonostante i fondi economici stanziati non siano garantiti né sufficienti.

Leggendo ad alta voce parole che declinano le molte forme della violenza in atto sulle donne, con un linguaggio semplice ma potente – dicono gli organizzatori – vogliamo aprire un nuovo e più ampio dibattito sui diritti, le disuguaglianze economiche, lo sfruttamento e la discriminazione delle donne in tutto il mondo.

A Trapani l’appuntamento è a partire dalle ore 11 in piazza Municipio e l’iniziativa è organizzata, anche quest’anno, dal Comitato delle donne presieduto dall’attrice Vanessa Galipoli con il patrocinio dell’amministrazione comunale.

A One Billion Rising – ideato dalla drammaturga e attivista Eve Ensler – aderiscono più di 180 Paesi del pianeta e la campagna è sostenuta da organizzazioni come Amnesty International e Equality Now, nonché da testimonial d’eccezione come Robert Redford, Yoko Ono, Naomi Klein, Jane Fonda, Laura Pausini, il Dalai Lama, Anne Hathaway, Berenice King e Michelle Bachelet.