“Non ho mai preso il passaporto italiano perché Fognini e Gianluca Naso erano più forti di me”. Grasse risate. La battuta c’è ma a dirlo è il numero 1 del tennis. La risposta è ironica ma Novak Djokovic in diretta su Instagram risponde a Fabio Fognini semi-seriamente. Una gioventù passata assieme: Djokovic, Fognini e Naso sono tutti della stessa annata: 1987.
Tutti loro giocavano assieme, si allenavano fianco a fianco. Poi le strade si sono separate e ognuno ha fatto una carriera diversa. Gag, risate e anche un’incursione a sorpresa nel finale di Rosario Fiorello: la diretta Instagram ha, però, regalato una piccola sorpresa al trapanese Gianluca Naso.
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L’ex pro, ritirato dal circuito internazionale nel 2016 e che nel 2012 era arrivato ad essere il 175° nel ranking mondiale, non è così sorpreso della risposta. “È vero, quando eravamo piccoli io ero più forte di Djokovic”. Anche Naso ride, conscio di parlare di un campionissimo come il serbo. “Eravamo tutti forti a quell’età e molti sono diventati giocatori professionisti. Alle volte vincevo io e alle volte vinceva lui”.
“È una persona molto umile, come tutti coloro che sono tra i primi dieci al mondo, e nel mondo del tennis è assolutamente normale avere questi tipi di rapporti anche con dei campioni. Abbiamo sempre giocato tutti assieme e spesso durante l’anno ci vedevamo per i vari slam o master 1000. Siamo sempre rimasti in ottimi rapporti, credo che Djokovic diventerà il giocatore più forte di sempre e dal punto di vista umano è eccezionale. Quando gioca Nole tifo sempre per lui proprio per questo rapporto che abbiamo”.
La battuta sul cambio di nazionalità fatta da Fognini nasce perché in gioventù, l’attuale numero uno al mondo, scappò dalla guerra e dalla Jugoslavia. Si allenava spesso in Italia e a Montecarlo e non era così impensabile una cosa del genere a quei tempi. Poi la guerra finì, nacque la Serbia e quindi Djokovic non ebbe bisogno di trovarsi una nuova nazionale. E poi come dice Nole, l’Italia era già “coperta” con Fognini, Naso, Andrea Arnaboldi, Yari Natali e altri.
Tra le tante partite tra i due, una rimane impressa nella mente del trapanese. “A quattordici anni giocai un importante torneo Under 14 internazionale a Messina e in semifinale persi 7-5 al terzo set con Djokovic che poi vinse il torneo. Vincevo 5-3 e Novak ribaltò l’incontro. Inutile dire che mi meritai una bella strigliata da mio padre, che al tempo era anche il mio allenatore, perché non avevo gestito bene. A distanza di anni sono andato a lavorare per una consulenza a Messina e per giocare nel campionato a squadre”.
Ora Naso sta a Genova e gioca nella squadra del Park Tennis in A1. Nonostante il tempo, il rapporto tra i due rimane eccezionale.
“Lo scorso anno eravamo in Australia e un mio amico che mi ha accompagnato è rimasto pietrificato quando Djokovic si è unito al nostro tavolo”. Probabilmente anche qualche trapanese è rimasto pietrificato sentendo dalla bocca di Djokovic che un suo concittadino era più forte del numero uno al mondo.