“Avevo chiesto ai lavoratori di formulare una ipotesi sul nuovo orario dopo l’aumento da 20 a 36 ore settimanali. L’unica proposta ricevuta è stata quella di aprire il lunedì che, da sempre, è la giornata di chiusura della struttura per effettuare lavori interni o altro”.
Con queste parole, Anna Maria Parrinello, direttrice del Museo Pepoli, risponde a Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir.
Il sindacato aveva puntato il dito contro la direzione dopo l’aumento delle ore di lavoro del personale ASU da 20 a 36 fino a fine dicembre. Le 16 ore in più sono state spalmate nei giorni di apertura escludendo il lunedì, quando la struttura è chiusa.
“Il Museo Pepoli – spiega Parrinello – non è, anche se volesse, nelle condizioni di aprire il lunedì per la mancanza di personale con alcune qualifiche quindi ciò che afferma il sindacato non corrisponde alla nostra situazione. Il Museo Pepoli ha adeguato gli orari così come hanno fatto altre strutture regionali, né più né meno”. Insomma, accuse respinte.
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