Mozione antifascista – Cavallino e Trapani: “Ha vinto la democrazia”

Soddisfatte le esponenti del Movimento 5 Stelle Cavallino e Trapani che commentano: “Siamo orgogliose che oggi a Trapani abbia vinto la democrazia e i principi che fondano la nostra Repubblica e quindi la nostra civiltà.

Basite guardiamo alle polemiche avanzate da alcuni consiglieri della maggioranza e alla presenza di cittadini a difesa della libertà di pensiero che, a detta loro, si manifesta in una mozione che altro non fa che sancire ciò che già la legge vieta.

Pertanto – concludono – non comprendiamo come si possa dichiarare antifascisti e al tempo stesso non essere in accordo con la mozione.

Il fascismo non è libertà e rivendicare tale “libertà” è un reato”.

Nella dichiarazione di voto le due esponenti del Movimento 5 Stelle spiegano la loro volontà.

“Abbiamo  deciso di presentare questa mozione proseguendo un percorso che tanti altri Comuni in tutta Italia hanno avviato con l’approvazione di un atto indirizzo, al fine di ottenere uno specifico impegno al rispetto dei principi fondamentali contenuti nella Costituzione Italiana per quanto attiene l’uso degli spazi e delle aree pubbliche.

Se è vero che per combattere il fascismo di ritorno bisogna agire su cultura, memoria e senso civico, è altrettanto vero che proprio nel momento in cui si alza il livello dello scontro è necessario ripartire dalle basi, ossia dalle leggi vigenti che vietano non solo la ricostituzione del disciolto partito fascista, ma anche la sua mera esaltazione propagandistica.

La Costituzione, alla XII disposizione transitoria e finale, vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Cosa s’intenda per riorganizzazione, lo specifica la legge Scelba del 1952: “Quando un’associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista”. Nel 1993 entra in vigore la legge Mancino che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La legge punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici. 

L’antifascismo è un valore per tutti coloro che si riconoscono nelle istituzioni democratiche ed è bene rivendicarlo in tutte le occasioni, soprattutto per le giovani generazioni e sulla scorta di: 

• episodi di cronaca, anche recenti, le cui indagini e valutazioni spettano alle Procure e ai giudici; 

• polemiche sollevate sui social e a mezzo stampa, in seguito alla notizia della presentazione della suddetta mozione.

Elementi che fanno riflettere sulla necessità di difendere i valori che fondano la nostra vita democratica.

Ringraziamo tutti i consiglieri di maggioranza che hanno scelto di sottoscrivere la mozione e, anticipatamente, ringraziamo anche chi vorrà farlo oggi.

Ricordiamoci sempre che la Resistenza e l’Antifascismo non sono eredità esclusive di una sola parte politica, bensì patrimonio di tutti i cittadini e fondamenti della nostra Repubblica”.