“Mi auguro che il forte vento di queste ore spazzi via astio e incomprensioni, lasciando il cielo libero al volo dei gabbiani e delle colombe, ricreando dunque quella magica e serena intesa che, dall’incontro della pietà popolare ereditata da secoli insieme alla tradizione, si manifesti nel credo più autentico, riprospettando unitariamente la passione e lo sforzo di una comunità in cammino”.
Così il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida commenta la notizia (di cui abbiamo parlato ieri in un nostro articolo), dell’uscita del Ceto del popolo dall’Unione Maestranze che organizza la processione dei Misteri del Venerdì Santo a Trapani.
“Alla luce di quanto amaramente appreso di queste ore, circa il manifestarsi di dissidi e fratture da e/o in seno ai vari Gruppi/Unione – prosegue Tranchida – in punta di piedi e con il massimo del rispetto, senza voler oltremodo interferire, ma non certamente stando alla pilatesca finestra, desidero esortare ad una necessaria ed indispensabile ricomposizione. Di certo non ho la pretesa di dettar regole né di disconoscere l’autonomia della stessa Unione Maestranze, così come della forza associativa dei singoli Gruppi ma, di sicuro, la processione dei Misteri di Trapani non può significare l’espressione di divisioni o peggio contrapposizioni; tanto confliggerebbe con il valore autentico della sua essenza lasciando smarriti fedeli e laicamente i comuni cittadini. Tanto rappresenterebbe anche profonda mancanza di rispetto nei confronti di migliaia di cittadini trapanesi, di tantissime donne, bambini, anziani e uomini, di ogni ceto, che accompagnano la processione e le raffigurazioni sacre della morte e passione di Gesù Cristo con una preghiera o un canto, sovente dedicati anche ad un familiare scomparso, spiritualmente impersonando momenti di passione e profondo personale dolore”.
“Questo è quello che più mi ha colpito – aggiunge il sindaco – forse imparando, da neo trapanese adottivo, a meglio guardare alla Processione dei Misteri di Trapani, sabato mattina e che ho letto negli occhi pieni di lacrime di una bambina, tra tanti, che in mano portava il quadro di Gesù o di una giovane donna che, tra le lacrime, accompagnava in chiesa anche un pensiero alla madre prematuramente scomparsa”.
Secondo Tranchida “sicuramente, sul piano organizzativo, si può sempre fare di più o meglio e con il concerto di tutti ma non va sottaciuto lo sforzo di servizio posto in essere da tutti, né l’intesa larga intessuta dall’Unione Maestranze con le autorità religiose e le forze dell’ordine. Al riguardo, circa apparenti divieti e limitazioni, giova ricordare che, purtroppo, viviamo in una società globalizzata, assai complessa e multi problematica, e al prevenire l’incidente locale si aggiunge il timore del fanatismo che si presenta, imprevedibile, anche con stragi di innocenti, come la cronaca ci racconta. Adeguate misure di sicurezza e tutela dell’ordine pubblico, non debbono, pertanto, essere intese non quale negazione di partecipazione popolare ma come garanzia di tutela e sicurezza dell’incolumità individuale e collettiva.
Eventuali e prudenziali “eccessi”, qualora insistenti, vanno valutati ed eventualmente affrontati ma con la serenità e la responsabilità di chi si spende con animo costruttivo”.
Il sindaco conclude affermando che l’amministrazione comunale di Trapani “non potrà che debitamente sostenere ogni utile sforzo, rinnovando gratitudine per la collaborazione alla Diocesi, all’Unione Maestranze ed a tutti i Gruppi. nonché alle Forze dell’Ordine ed al civico senso di appartenenza comunitaria dei trapanesi”.