È durissima la presa di posizione di Salvatore Tallarita, presidente dell’associazione Misiliscemi promotrice del referendum per la divisione dal Comune di Trapani, dopo che diciassette consiglieri (in pratica la maggioranza di Giacomo Tranchida) hanno presentato una mozione durante la seduta del Consiglio comunale di ieri.
Nel documento invitano l’Amministrazione comunale “ad attivare ogni valido strumento giuridico-politico necessario per verificare l’attuale volontà dei cittadini delle frazioni del territorio interessato, viste le innumerevoli sollecitazioni pervenute da parte dei cittadini trapanesi per meglio valutare la creazione del nuovo Comune che frammenterebbe ulteriormente il nostro territorio, dato atto che è solo la minoranza dei residenti nelle frazioni interessate che si è espressa in senso favorevole”.
“È una ignoranza giuridica di chi fa politica – afferma Tallarita – non conoscono le leggi dello Stato e il documento è semplicemente sovversivo. I consiglieri si comportano da sovversivi ed è grave che non si abbia consapevolezza del ruolo che si riveste”.
Mercoledì è avvenuta l’audizione presso la I Commissione legislativa ARS – Affari istituzionali.
“Tutto questo è fuori dalle norme giuridiche. L’ARS non può fare diversamente: deve istituire il Comune di Misiliscemi. Un Comune che nasce perché ci sono le strutture socioeconomiche ed antropologiche che lo vanno a legittimare. La Costituzione parla chiaro nell’articolo 5: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”. Misiliscemi con la sua capacità di abitanti sarebbe il 142esimo Comune per popolosità in Sicilia su 390”.
Le frazioni coinvolte sono 8 e rappresentano un terzo di tutto il territorio trapanese.
“In questo momento noi siamo visti come un esempio da molte comunità che intendono intraprendere lo stesso nostro percorso. Abbiamo dimostrato che questa è la via giusta. Ci sono dei pareri che non possono essere ignorati e disattesi” conclude Salvatore Tallarita, presidente dell’associazione Misiliscemi.