Prima o poi doveva accadere: la maggioranza consiliare di Trapani ha preso una posizione, contraria, sulla possibile nascita del nuovo Comune di Misiliscemi. Diciassette consiglieri hanno, infatti, presentato una mozione durante la seduta del Consiglio comunale di ieri con cui invitano l’Amministrazione comunale “ad attivare ogni valido strumento giuridico-politico necessario per verificare l’attuale volontà dei cittadini delle frazioni del territorio interessato, viste le innumerevoli sollecitazioni pervenute da parte dei cittadini trapanesi per meglio valutare la creazione del nuovo Comune che frammenterebbe ulteriormente il nostro territorio, dato atto che è solo la minoranza dei residenti nelle frazioni interessate che si è espressa in senso favorevole”.
A due anni dal referendum consultivo che ha visto prevalere le ragioni di chi vuole il distacco, tutto potrebbe evolversi con il sindaco Giacomo Tranchida che oggi sarà ascoltato dalla I Commissione legislativa ARS – Affari istituzionali.
Anna Lisa Bianco, Salvatore Daidone, Domenico Ferrante, Laura Genco, Rocco Greco, Giuseppe Guaiana, Vincenzo Guaiana, Giuseppe La Porta, Alberto Mazzeo, Giulia Passalacqua, Marzia Patti, Giuseppe Peralta, Grazia Spada, Massimo Toscano, Andrea Vassallo, Santo Vassallo e Giuseppe Virzì affermano che “questo Consiglio e questa Amministrazione hanno lavorato e continuano a lavorare al fine di migliorare la vivibilità nel territorio interessato” e, quindi, invitano l’Amministrazione “ad adoperarsi affinché l’Assemblea Regionale Siciliana, unico organo preposto alla decisione legislativa finale, possa avere chiare tutte le difficoltà che potrebbero nascere dagli sviluppi di questa scissione territoriale”.
La maggioranza di Tranchida, quindi, boccia il progetto Misiliscemi sottolineando come “tale percorso risulta anacronistico e in controtendenza in riferimento ai percorsi avviati in altre realtà che vedono piccoli e medi comuni proporre unioni e non scissioni”. Una situazione decisamente complicata anche se la maggioranza consigliare afferma tra le premesse di questo documento che “dopo le elezioni amministrative, nelle frazioni interessate è sembrata emergere una volontà difforme rispetto a quella cristallizzata nel voto referendario”, quasi a sottolineare un cambio di rotta.
Le frazioni coinvolte sono otto e rappresentano un terzo di tutto il territorio trapanese: sono bastati i voti degli abitanti di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande e Pietretagliate per raggiungere il 50%+1 necessario per il quorum, sebbene in termini assoluti i favorevoli all’istituzione del nuovo comune rappresentino una minoranza dei cittadini pari al 46%. Il quorum fu raggiunto nelle contrade con 3.752 votanti, il 52,04 per cento degli aventi diritto, con 3.336 sì e 391 no. Il nuovo territorio, sulla carta ha un’estensione di 72 chilometri quadrati, pari al 25 per cento di quello di Trapani e una popolazione di circa l’11 per cento rispetto a quella della città capoluogo.
“Fin dal suo insediamento, questo Consiglio e quest’Amministrazione – scrivono i 17 consiglieri – hanno lavorato per tutto il territorio, ivi comprese le frazioni, d’ultimo con: Pudm – zona Marausa e quindi frazioni Sud; Nuove direttive per revisione PRG con verifica zone A ed indici di edificabilità; Progettazione esecutiva sottopasso e sovrappasso ferroviario al servizio località Marausa – Mare; pianificazione passaggi a livello zona Salinagrande; Revisione sistema idrico e, in relazione ad evoluzione Ato Idrico, pianificazione Parf – piano regolatore sistema fognario frazioni sud; metanizzazione frazioni sud ed est; riattivazione di impianti di illuminazione pubblica ricadenti all’interno di strade private ad uso pubblico; riqualificazione di strade e marciapiedi ricadenti in aree privare destinate ad uso pubblico; riqualificazione di piazze e collocazione di giochi”.
Basterà questo per far cambiare idea ai misilesi?