Dopo l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del coronavirus, molte preoccupazioni nascono nel settore economico. I comuni della provincia di Trapani rischiano un buco di bilancio a causa dei mancati incassi delle imposte di soggiorno e di sbarco a causa della pandemia. Potrebbero, infatti, mancare all’appello oltre 3.1 milione di euro ai 14 Comuni, sui 24 totali, che hanno una tassa di soggiorno o di sbarco per le isole. Una cifra importante che viene svelata dall’indagine del Servizio “Lavoro, coesione e territorio” della Uil.
Il più colpito sarebbe il Comune di Favignana con un gettito di 750 mila euro seguito a ruota da San Vito Lo Capo con 693 mila euro. Insieme rappresentano il 46 per cento del gettito totale. A Trapani il gettito è stato di 459 mila euro; a Pantelleria attraverso la tassa di sbarco il gettito è stato di 272 mila euro; a Marsala 261 mila euro.
L’imposta si soggiorno, istituita nel 2011, è una tassa locale facoltativa che può essere istituita autonomamente. Si applica ai turisti che pernottano una o più notti nelle strutture ricettive dei Comuni di riferimento. E varia da 10 centesimi a 5 euro per notte, mentre le isole possono applicare la tassa di sbarco che si applica a chi con aereo o nave approdi su un’isola e varia da 1,50 centesimi a 2,50 centesimi a turista.
Alle isole Egadi il contributo della tassa di sbarco è dovuto nella misura di 2,50 euro per ogni singolo passeggero per le tratte verso l’isola di Favignana e nella misura di 1,50 euro per le tratte verso le isole di Levanzo e Marettimo. A San Vito Lo capo la tassa da 1° giugno al 30 settembre è di 1,50 a notte in strutture ricettive fino a tre stelle e 2,25 euro a notte nelle strutture da 4 e 5 stelle, mentre chi alloggia in campeggi e aree attrezzate è di 75 centesimi a notte.
“È importante mettere in evidenza – afferma il segretario generale Uil Trapani Eugenio Tumbarello – che si tratta di un’imposta di scopo, il che significa che il suo gettito è destinato a un apposito capitolo in bilancio dedicato a finanziare interventi di rilancio turistico come la manutenzione delle strutture ricettive, la promozione di eventi e di attività culturali ad esempio, e di riqualificazione urbana come la manutenzione degli edifici storici e dei beni culturali cittadini e il miglioramento dei trasporti pubblici locali. Nel Decreto Rilancio sono stanziati 100 milioni di euro per compensare i Comuni per i mancati incassi, ma temiamo realisticamente che non siano sufficienti, basti pensare che lo scorso anno i 1028 comuni italiani che applicano la suddetta imposta hanno incassato 586 milioni di euro, la sola città di Roma 129 milioni”.
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