Maltrattamenti in famiglia, Valentina Colli dell’Udi lancia l’allarme

TRAPANI. Nell’ultima settimana si sono moltiplicate le attività della polizia e dei carabinieri riguardo la violenza domestica. Il fenomeno, purtroppo, non si placa e anche Valentina Colli, presidente dell’Udi di Trapani, mantiene alta lo stato d’allerta.

«Gli episodi di violenza domestica, purtroppo, non sono una rarità: considerando anche il fatto che il numero più alto di femminicidi avvengono in famiglia, affondando le radici in una cultura maschilista che considera la donna proprietà dell’uomo. Cultura supportata in tempi non lontani anche dalle leggi. Il fatto che la donna consenta la sua reiterazione – afferma Valentina Colli – è frutto poi di un senso di vergogna davanti ad una società giudicante. È proprio questa “vergogna”, e le mancate denunce che ne conseguono, che rendono questo fenomeno socialmente trasversale, senza classe sociale, e spesso sommerso. Non esistono quindi “Città sicure” – continua il presidente dell’Udi – , perché la violenza domestica non è il frutto dei guasti di una società o di un livello economico.
Dobbiamo comprendere che le leggi faticosamente conquistate sono solo uno strumento per la salvaguardia di donne e bambini. Dobbiamo capire che non esiste il mostro: esiste il padre violento, il vicino di casa, il parente prossimo; non dobbiamo più fare paragoni impropri o paragonare un padre/marito violento ad una astiosa causa di divorzio, o finiamo per fornire alibi e riproporre, in qualche modo, il “se lo sarà cercato”. Per combattere un nemico tanto virulento, fondamentale è la rete: le donne non devono sentirsi mai estranee o privilegiate, non devono sentirsi sole. Per questo – spiega Colli – sono fondamentali i servizi degli sportelli e dei Centri antiviolenza, che devono restare rigorosamente anonimi, fornire ambienti protetti e non forzare mai le volontà delle donne che vi si rivolgono. Una donna è sola quando diventa trasparente per gli altri che non vedono nè il dolore nè i lividi sulla faccia».