Tranchida vuole vederci chiaro. Con una nota ufficiale, il primo cittadino di Trapani, dopo aver appreso dell’operazione condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Palermo e che, tra gli altri, ha portato al coinvolgimento di Salvatore Barone, ex direttore generale e presidente del Consiglio d’Amministrazione dell9ATM, azienda di proprietà del Comune di Trapani che si occupa di trasporto pubblico locale e parcheggi a pagamento, “ha già disposto tanto in capo agli uffici comunali competenti quanto all’indirizzo del nuovo CdA di ATM i necessari e tempestivi approfondimenti e contestuale aggiornamento per le eventuali ed opportune azioni da intraprendersi”.
Una vita dentro ATM quella di Salvatore Barone che entrò nell’allora S.A.U. nel 1986 come “funzionario principale”, mantenendo questa qualifica fino al 30 ottobre 1996. Dal primo novembre del 1996 è, invece, “direttore generale e tecnico”. Nel dicembre 2019 va in pensione per raggiunti limiti d’età. Viene nominato amministratore unico dopo la fine del mandato di Massimo La Rocca per gestire la transizione. Il 30 gennaio 2020 viene nominato il nuovo Consiglio d’Amministrazione di ATM (che abbandona la formula dell’amministratore unico) e Barone ne viene nominato presidente. A ottobre 2020 Barone lascia e viene nominato un nuovo presidente, Antonio Di Giovanni.
In ambito politico, invece, Salvatore Barone è stato consigliere comunale di Calatafimi dal 1980 al 1985 e dal 1990 al 1993 e sindaco di Calatafimi dall’agosto 1992 al maggio 1993. Tornerà a svolgere il ruolo di consigliere comunale anche tra il maggio 2012 al febbraio 2014. Dal febbraio 1998 ad oggi, è presidente della Cooperativa Agricola “Cantina Sociale Kaggera” operante nel territorio di Calatafimi Segesta con circa 450 soci ed un ammasso di circa 100.000 quintali di uva bianca e nera. Il suo coinvolgimento nell’operazione “Ruina” di oggi, che ha portato al suo fermo, risulta proprio in relazione a quest’ultimo ruolo.