Lipari – Guaiana: è scontro. Il pensiero di Lipari

Il consigliere comunale Giuseppe Lipari puntualizza su ciò che è accaduto durante la conferenza dei capigruppo ed attacca Giuseppe Guaiana.

Ci tengo innanzitutto a precisare che quello che è successo non ha nulla a che vedere con paventate rotture della maggioranza, almeno non adesso se questo si sarà dimostrato un caso isolato. Oggetto di discussione è stata l’organizzazione dei mercatini con il coinvolgimento di una ditta. Benché favorevole all’organizzazione di qualcosa per Natale come non si faceva da anni, considerata la rilevante entità della spesa cui la stessa ditta si era offerta di far fronte, mi sono preoccupato di richiedere maggiori delucidazioni circa i soggetti proponenti. E’ vero che “il denaro non puzza” ma fino ad un certo punto. Allora nell’ambito di un’ampia digressione sul giusto contemperamento tra Business e Religiosità, poiché chiamato a dar un parere senza preavviso e senza aver avuto possibilità di consultare “le carte” ho risposto favorevolmente ma con riserva. Riserva che sarebbe consistita nella verifica circa la regolarità dell’impresa dal punto di vista della normativa antimafia e previdenziale. Cosa che sembrerebbe scontata visto che per legge (vedasi il codice degli appalti) si tratta di requisiti che deve avere ogni azienda che voglia contrattare con la Pubblica Amministrazione. Ma che scontata non era dal momento che si trattava di una proposta giunta per vie traverse e non passata dai tradizionali canali trasparenti degli avvisi pubblici o delle manifestazioni di interesse. Che le mie perplessità fossero legittime e nell’esclusivo interesse del comune mi pare cosa evidente. Non tanto evidente per chi dall’alto della sua esperienza di vita e politica, travisando –evidentemente con malizia- il mio pensiero ha ritenuto giusto interrompermi ed affermare che al posto del Cervello avrei due Scoiattoli. Ora, avrei anche potuto riderci su dal momento che si sa che gli scoiattoli sono animali intelligenti ed anche socievoli.
Tuttavia si è trattato di una pessima uscita da parte del Presidente del Consiglio di fronte alla quale non potevo stare a guardare in silenzio. In assenza di scuse informali infatti, dopo aver atteso invano 48 ore, ho ritenuto giusto protocollare una nota presso l’ufficio di presidenza e chiedere chiarimenti ufficiali circa il suo atteggiamento in sede di conferenza di capigruppo. E’ sbagliato lasciarsi trascinare da incompatibilità caratteriali. È, invece, giusto privilegiare i rapporti politici. Tuttavia i toni utilizzati oltreché celare un ben più grave problema politico contro “I (veri) giovani” simbolo (ma non unici artefici) del cambiamento, potrebbero altresì rivelare una sua presunta inadeguatezza alla carica. Carica che ricordo essere tra le più importanti all’interno del comune così come affermato anche dalle numerose sentenze del CDS e dei TAR Siciliani nella parte in cui si definisce il ruolo del Presidente del Consiglio Comunale come “strumentale non già all’attuazione di un indirizzo politico di maggioranza, bensì al corretto funzionamento dell’organo stesso e come tale non solo è neutrale, ma non può essere soggetto al mutevole atteggiamento fiduciario della maggioranza”.
Quello che è successo durante la conferenza dei capigruppo –che ricordo a me stesso essere una sede ufficiale ed istituzionale a tutti gli effetti- ovvero gli insulti lanciati dallo stesso Presidente del Consiglio Comunale potrebbero considerarsi come un “cattivo esercizio di tale funzione, tale da comprometterne la neutralità” (Consiglio di Stato Sez. V, sentenza 26 novembre 2013, n. 5605) essendosi egli mostrandosi in conflitto con una parte politica ben precisa: il gruppo Giovani Muovi-Menti che in quella sede rappresentavo. Non si spiegherebbe altrimenti il corto circuito consistente nella contrapposizione tra un’osservazione concernente l’oggetto di discussione e la relativa controdeduzione consistente in un’offesa gratuita alla persona sol perché giovane anagraficamente e con poca esperienza politica. Circostanza che pare trovare conferma nelle dichiarazioni successive ai fatti rilasciate dallo stesso Presidente Guaiana laddove dichiara nella sua nota di risposta alla richiesta di chiarimenti ufficiali che: “certamente si è trattato di una gaffe dovuta alla scarsa esperienza di vita e di politica del giovane consigliere”. Peccato che quasi tutti i consiglieri di questo consiglio comunale non possano vantare le stesse esperienze di vita e di politica che può vantare lui. Benché Millecinquecento voti non giustifichino questa prepotenza, dal basso della mia esigua “esperienza di vita e di politica” ritengo che sia consentito a tutti sbagliare. E sebbene non possa nascondere di essere ancora un po’ deluso ed amareggiato per quanto successo e per le mancate scuse, devo tuttavia riconoscere che non è il caso di distrarsi dal risolvere i problemi della città e pertanto –etica e coerenza permettendo- sarò pronto a lasciarmi alle spalle quanto accaduto per l’esclusivo bene della cittadinanza.
Giuseppe Lipari