Da troppi mesi i lavoratori della Fortè non percepiscono lo stipendio. Tutto sembrava essersi sistemato ma, alla fine, l’incubo è tornato.
«I motivi dello sciopero – afferma Pietro Campo, rappresentanza sindacale aziendale della Meridi srl aderenti alla sigla sindacale U.S.I. Unione Sindacale Italiana – sono principalmente dovuti al fatto che, anche se in amministrazione straordinaria, non vi è stata discontinuità dal punto di vista del pagamento degli emolumenti rispetto alla vecchia gestione e alla data di oggi purtroppo tra vecchia e nuova gestione vantiamo un credito di circa 10 mensilità».
Lo stato di agitazione era stato dichiarato lo scorso 18 maggio. Nei mesi passati era stato trovato l’accordo per la cassa integrazione. Tutto, però, è rimasto fermo. «Incredibilmente – aggiunge Pietro Campo – non sappiamo quale siano i motivi per cui non è arrivato ancora nessun bonifico da parte dell’INPS». Era stata accettata la cassa integrazione dal giorno 9 di gennaio 2020 ed è estesa a tutti i lavoratori.
La Meridi, inoltre, «non ha prodotto le buste paga riferite ai periodi gestiti dalla loro amministrazione contrariamente a quello previsto dalla legge».
Ma vibranti sono le proteste anche nel settore della sicurezza a causa del propagarsi del coronavirus. «La nostra azienda è intervenuta solamente assegnando a tutte le unità 2 mascherine di protezione “lavabili e riutilizzabili” non a norma e niente più e fino ad oggi siamo stati costretti, malgrado le comprensibili ristrettezze economiche, a provvedere personalmente all’acquisto del gel disinfettante e all’interno dei punti vendita non ci sono barriere di protezione per i cassieri (solo una riga tracciata con il nastro isolante che abbiamo posto personalmente noi). Insomma per concludere dico che siamo abbandonati a noi stessi e al nostro triste destino».
La protesta, oltre che davanti ai punti vendita Fortè, è stata effettuata anche davanti la sede dell’INPS.